Il Papa sudamericano che non tornò mai in Argentina

12 anni di pontificato e 47 viaggi apostolici, ma Bergoglio non ha più messo piede nel suo Paese d'origine dal 2013

Il Papa sudamericano che non tornò mai in Argentina
00:00 00:00

"Voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo". Queste le parole che avevano aperto il pontificato che si è appena concluso. E quel posto lontano era l'Argentina.

Eppure da martedì 26 febbraio 2013 Jorge Mario Bergoglio, il primo papa sudamericano della storia, non ha più rivisto la "sua" Argentina. Partito dall'aeroporto internazionale di Ezeiza, l'allora arcivescovo di Buenos Aires arrivò a Roma per partecipare al conclave da cui ne sarebbe uscito eletto col nome di Francesco.

Bergoglio aveva già preparato l'omelia del successivo Giovedì santo e in tasca aveva i biglietti per il volo di ritorno del 23 marzo. Forse scaramanzia, perchè il suo nome - ignorato dalla stampa a differenza di quanto avvenuto nel conclave del 2005 - era invece ricorrente tra i cardinali ed avrebbe infatti dominato le congregazioni.

In dodici anni di pontificato e quarantasette viaggi apostolici, non c'è stato spazio per l'Argentina dove è rimasta a vivere la sua sorella Maria Elena e i nipoti Jorge e Josè. Il Pontefice appena scomparso aveva detto che sarebbe voluto tornare nella sua patria nel 2023 e poi ancora aveva detto che lo avrebbe fatto nel 2025. Ma non c'è stato più tempo. Molti osservatori hanno scritto che la sua assenza sarebbe stata legata alle circostanze politiche, ma se questo poteva essere credibile negli anni della presidenza del poco amato Mauricio Macri, perdeva di ragionevolezza per il periodo in cui a governare era stato Alberto Fernández. Il proposito, in ogni caso, non si è concretizzato negli ultimi anni, quando alla Casa Rosada è arrivato Javier Milei.

I legami

Dal Vaticano, Francesco ha continuato a seguire la situazione politica e sociale del suo Paese, a rimanere legato a molte persone. In particolare ai curas villeros, quei sacerdoti che scelgono di andare a vivere nei quartieri più pericolosi di Buenos Aires. Da arcivescovo Bergoglio li aveva sempre difesi e, anticipando quanto poi avrebbe fatto da Pontefice, si era recato a lavare i piedi a dodici ex tossici seguite da questi preti nel Giovedì santo del 2008. Nel 2023 ha fatto uno di loro, Jorge Ignacio García Cuerva, suo successore come arcivescovo di Buenos Aires prendendo il posto del cardinale Mario Aurelio Poli, mandato in pensione a 75 anni senza proroghe. Un altro grande amico argentino di Bergoglio è stato Juan Grabois, attivista dei movimenti sociali fatto consulente del dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale. L'uomo ha continuato a partecipare alla vita pubblica e politica del Paese, spesso identificato come una sorta di "portavoce" del Papa. Candidato alle primarie di sinistra per la presidenza argentina, rimediò un brutto risultato nel 2023.

I sospetti

Ma perché Bergoglio, pur essendo fieramente argentino e rimanendo attento osservatore delle vicende del suo Paese, si è spento senza rivedere la sua Buenos Aires? Secondo molti commentatori ciò si sarebbe dovuto al ricordo mai cancellato del periodo d'isolamento vissuto tra il 1986 e il 1992 dopo aver smesso la carica di provinciale argentino dei gesuiti ed essere stato invitato ad allontanarsi per completare il suo dottorato in Germania.

E poi Bergoglio sapeva di non essersi lasciato alle spalle solo estimatori, tant'è che quando fu eletto, il Parlamento argentino si rifiutò d'interrompere il momento di commemorazione venezuelano Hugo Chávez, memore probabilmente degli scontri che da arcivescovo ebbe con Néstor Kirchner. Il primo Papa sudamericano della storia non tornerà nella sua Buenos Aires nemmeno ora: ha scelto, infatti, di essere sepolto a Roma, nella basilica di Santa Maria Maggiore.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica