Veli e broccati, Curiel veste lo charme d’Oriente

Come ogni anno, Raffaella e Gigliola Curiel sfilano a Milano controcorrente facendo tendenza, snobbando Roma, all’interno del calendario della moda uomo, rendendo omaggio alla femminilità orientale.
«Omaggio alle donne orientali» è stato il titolo della sfilata che la Casa Curiel ha tenuto da Jacut, a due passi dal tribunale, un locale architettonicamente ricco di orientalismi a partire dai suoi arredi fino ai cocktail e alle musiche. La magia, il mistero delle «Donne Orientaliste» hanno da sempre affascinato grandi Maestri già dal Settecento e soprattutto nell’Ottocento toccando il suo apice negli anni Trenta.
Qualche esempio? Dall’americano Sargent a Van Dongen, da Guillaumet a Etienne Dinet, da Bartolini a Ingres, da Rosati a Tapiro Ibara fino a Fortuny che non hanno messo in luce solo le loro forme sinuose, ma anche la loro sensualità, la loro dolcezza, il loro gusto, la tradizione e il loro charme, lasciando documenti molto preziosi per la storia del costume, ancora oggi fonte di ispirazione.
Un insieme poliedrico ed ecclettico è stato il risultato di tanta ricerca della Casa Curiel, creando una girandola di colori. Inenarrabile l’inventiva e l’arte nella mescolanza dei tessuti e il modo con il quale sono stati confezionati.
Broccati e veli impalpabili abbinati in armonie perfette, studiati con maestria e fantasie di stoffe che sembravano avvolgere seni e fianchi senza alcuna volgarità. Un mondo profumato di rose e gelsomino, lussureggiante, ricco nelle molteplici espressioni d’arte che ben si sposava con gli arredi, le architetture. Un universo influenzato dalla moda ma anche dalla musica e dalla letteratura, nonchè da una certa liberalizzazione e rivalutazione della tradizione del mondo arabo femminile.
Il caleidoscopio di fantasie si è potuto ammirare su fusciacche, gonne, drappi fluttuanti e scollature moderne. I tessuti erano lane tweed ricamate, o stampate come tappeti kilim, seichour o Daghestan e poi lane, sete e velluti cangianti, mousselines dorate, brodées, broccati e disegni barocchi hanno riempito gli occhi di color rubino, verde smeraldo, verde bosco nero ametista degli invitati.
«Contro la crisi dei Paesi arabi abbiamo pensato di rilanciare questa cultura inserendo ornamenti occidentali sempre in stretto legame con l’“arte della scena” orientale spesso sottovalutata.

Gli altri anni con la Croce rossa abbiamo sempre collaborato per beneficenza, questa volta abbiamo voluto condividere la fortuna con i meno fortunati, valorizzando il diverso. Ogni artista di ogni Paese ha il suo mondo ricco di contenuti e nell’era della globalizzazione è giusto unire le forze» spiegano madre e figlia, Lella e Gigliola Curiel.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica