
Non è sottile il velo che ha diviso Lega e Forza Italia ieri in Consiglio regionale. Il tema del rispetto del divieto di copertura del volto nei luoghi pubblici è stato riproposto in un'interpellanza del consigliere leghista Davide Caparini e, dopo, ampiamente trattato dall'assessore Simona Tironi (Forza Italia) in un articolato intervento. Un tema «così delicato che deve essere affrontato rispettando le normative di legge e tenendo conto anche di come si è espresso il Consiglio e la sensibilità di tutti», ha detto l'assessora. Per tener fede a quanto deliberato dalla recente mozione approvata dal Consiglio regionale, Tironi ha spiegato di avere avviato un'indagine amministrativa con un monitoraggio anche nelle scuole con tutti gli enti preposti alla questione, coinvolgendo esperti accademici, Enti locali, Forze dell'ordine, Garante delle Privacy. «Il nostro impegno ha puntualizzato Tironi - vuole garantire le libertà fondamentali, promuovere la parità di genere, l'inclusione e i diritti di tutti, senza ideologia». Per Caparini una «supercazzola» perché il velo «è simbolo di sottomissione delle donne» ed è «inaccettabile» che Forza Italia, ha aggiunto, «non difenda i diritti delle donne all'interno delle scuole». Il vicepresidente del Consiglio Emilio Del Bono (Pd) ha ripreso il leghista invitandolo a usare un linguaggio più consono. Ma immediate anche le repliche da parte di Forza Italia. «Lo dico col cuore a un alleato - ha detto il capogruppo azzurro, Fabrizio Figini - È fuori luogo usare termini come supercazzola.
Il punto è sempre essere corretti all'interno dell'Aula». «Caparini dovrebbe prendere atto che le sue tesi sono minoritarie all'interno del Consiglio regionale», ha commentato anche il deputato Alessandro Sorte segretario regionale di FI della Lombardia.
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