«Veltroni ha ignorato il caso-Trastevere»

Non è, come tiene a sottolineare, un videoamatore. Eppure un filmato da lui girato ha creato un caso nazionale. Non è nemmeno, come evidenzia, un detective. Eppure non ha chiuso bensì aperto il caso-Trastevere. Cosa che per la verità Francesco Giro, coordinatore regionale di Forza Italia e autore del filmato girato dalla sua finestra in vicolo del Bologna che riprende giovani intenti a drogarsi e a ubriacarsi, provava a fare da tempo. «È da un anno che denuncio il modo in cui è ridotto il rione, ma Veltroni mi ha sempre detto: “Esageri”. Veltroni qualche mese fa ha anche ricevuto nel suo ufficio il comitato Vivere Trastevere e quello che ha detto loro è stato: “Ma come, non vi piace la gente per strada?”».
Giro, come è nato il video shock?
«È nato in un momento di esasperazione. Non avevo cassette libere e ho dovuto addirittura cancellare un filmato familiare. Mi sono affacciato per due notti consecutive dall’1,20 fino alle 4 e ho semplicemente ripreso quello che vedevo. Nel filmato, con il passare dei minuti, si apprezza il cambiamento del rione. La gente per bene e i turisti diminuiscono e Trastevere diventa territorio degli spacciatori. È molto triste vedere questo passaggio di consegne».
Lei ha girato il video sabato e domenica...
«Sì, ma lo avrei potuto fare qualsiasi altro giorno. Lo spettacolo è sempre lo stesso. Ragazzi che si drogano insieme, si ubriacano insieme con un rituale preparatorio che ha perfino una perversa eleganza».
Quando è nato tutto ciò?
«Il momento scatenante è stata la vittoria dei mondiali di calcio nel luglio 2006. Da allora Trastevere è porto franco. Vede, un tempo io, e non solo io, criticavo la sinistra perché metteva le fioriere nei cosiddetti “salotti buoni” della città. Ma ora questi non esistono più. Le periferie sono, ed è una definizione non mia ma del presidente del X municipio Sandro Medici, “cadaveriche”».
Quindi non è solo un problema di Trastevere.
«Trastevere non è l’unico luogo degradato di Roma. Ci sono l’Esquilino e l’Eur, centri dello spaccio di droga nella capitale, e poi il quartiere di San Lorenzo, Campo de’ Fiori, le ville storiche della città come Villa Ada e anche Testaccio».
Oggi (ieri per chi legge, ndr) lei ha incontrato il prefetto Serra. Com’è andata?
«Il prefetto mi ha spiegato nel dettaglio le emergenze che ha dovuto affrontare in questi anni: dai nomadi alla microcriminalità, dal degrado urbano alle occupazioni abusive degli alloggi. Orgoglioso del lavoro fatto, sì, ma anche molto amareggiato per le crescenti difficoltà che le forze dell’ordine sono costrette ad affrontare».
Torniamo a Trastevere. Che fare, dunque?
«La maggioranza è divisa e lacerata sulla sicurezza, sul tema della legalità, sull’uso delle sostanze stupefacenti, sul ricorso all’occupazione abusiva delle case. Malgrado questo la politica al di là degli schieramenti dovrebbe indicare una linea condivisa sul tema della sicurezza e della legalità.

E faccio un appello anche alla Comunità di Sant’Egidio perché esca dal suo silenzio assordante. È una realtà radicata nel rione, quando hanno chiesto la vigilanza 24 ore su 24 della piazza - al governo c’era il centrodestra - l’hanno avuta. Ora facciano sentire la loro voce».

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