Veltroni non basta più Il Polo la spunta dopo il testa a testa

La provincia di Latina guida la straordinaria rimonta del centrodestra che vince il premio di maggioranza

Veltroni non basta più Il Polo la spunta dopo il testa a testa

Massimo Malpica

da Roma

Il Lazio alla Cdl. A notte fonda lo spoglio delle schede del Senato assesta al centrosinistra un duro colpo, consegnando la maggioranza della regione alla Casa delle libertà, che vince anche alla Camera nella circoscrizione Lazio2, lasciando solo Roma alla sinistra. E anche nella capitale, il margine è ridotto rispetto alle regionali del 2005. L’ex delfino di Walter Veltroni, Enrico Gasbarra, ora presidente della Provincia di Roma, lasciando in serata la riunione con in sindaco in Campidoglio con l’Unione ancora avanti già manifestava preoccupazione per l’esito delle urne: «Ci aspettavamo un voto netto». Gasbarra era dal sindaco per fare il punto sulle elezioni nella Capitale e nel Lazio, ma il quadro è diventato via via più cupo: la Cdl, dopo una clamorosa rimonta, guidata da Latina (nel capoluogo Pontino il centrodestra è arrivato al 66 per cento dei consensi), alla fine si impone al Senato con il 50,25 per cento dei voti, contro il 49,11 dell’Unione.
Eppure nel pomeriggio il clima era diverso. Di fronte al quartier generale dell’Unione, il Tir giallo di «Prodi presidente» accoglieva il popolo della sinistra pronto a celebrare un trionfo annunciato troppo presto dai primi exit poll. Poi le proiezioni di Nexus hanno radicalmente modificato gli stati d’animo in campo, ribaltando equilibri che sembravano consolidati nel feudo di Veltroni. In molti indicano proprio nel sindaco il «grande assente» di questa campagna elettorale. Qualche screzio con Romano Prodi per le gaffe «antiromane» del Professore, forse la tentazione per un «big» come lui di risparmiarsi la fatica in vista delle comunali di fine maggio. Fatto sta che si è sgonfiata malamente la previsione del vicesindaco, Maria Pia Garavaglia, che, colta da entusiasmo precoce, nel pomeriggio aveva parlato di «effetto traino» di Roma per il Lazio.
E invece. «È mancato l’“Effetto Veltroni”», gongola Giorgio Simeoni, coordinatore laziale della campagna elettorale per Forza Italia, «ora non dormirà sonni troppo tranquilli». Forse se n’è accorto anche il primo cittadino. Ieri, assistendo con i suoi collaboratori agli exit poll, aveva manifestato un distaccato entusiasmo per poi congratularsi telefonicamente con Fassino, Rutelli e Prodi. Quando le cose hanno preso una piega diversa, è arrivato in Campidoglio anche il guru capitolino dei diesse Goffredo Bettini, ideologo del «modello Roma». Il «voto netto» sperato da Gasbarra si è trasformato in un testa a testa. Entusiasmante per la CdL, che qui aveva vissuto momenti difficilissimi dopo la doppia sconfitta alle provinciali e alle regionali e che si era sentita battuta prima di cominciare da quelle mendaci dichiarazioni di voto. Angosciante per l’Unione.
Al Senato, con il premio di maggioranza in palio, il vantaggio per il centrosinistra è rapidamente svanito, assecondando la sentenza scritta da Nexus nella sua proiezione, con la regione vinta dalla Cdl per un punto. Poi il sorpasso: dopo l’una di notte, 1.670.744 i voti per la Cdl, oltre il 50 per cento, 1.633.116 i consensi raccolti dall’Unione. I diesse fingono di consolarsi con la capitale, che permette alla sinistra di confermarsi in testa almeno in Lazio1. Ma a fatica. Tanto che in serata il capogruppo della Quercia in Campidoglio Lionello Cosentino si augurava che l’«avanzata» del centrosinistra a Roma fosse «sufficiente per il successo del centrosinistra anche al Senato nel Lazio». Persino Veltroni avevadeciso di «fotocopiare» le parole di Cosentino: «Il voto di Roma è assolutamente straordinario - osservava preoccupato - e mostra un dato di grande valore inequivoco, che dà al centrosinistra una differenza del 6,3 per cento al Senato e di circa l’8 per cento alla Camera rispetto al 2001». Ma la conta per il Senato è andata male.


E allo sconcerto della sinistra si contrappone lo stato d’animo lieve della Cdl che in Lazio si riscopre forte e si prepara a battagliare anche per le amministrative. «La sinistra ha indubbiamente vinto il campionato del mondo di exit-poll», chiosa sarcastico il capogruppo di An in Regione, Fabio Rampelli, «e si è ben piazzata nelle olimpiadi delle vittorie annunciate».

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