«Verdini non si deve dimettere Ma il coordinatore Pdl sia uno»

Roma Mariastella Gelmini, uno dei quattro ministri fondatori di “Liberamente”, associazione culturale o ennesima corrente?
«Guardi, per me la parola “corrente” significa soltanto un spostamento d’aria».
Però qualcuno nel Pdl dice che dietro le fondazioni si nasconde la piaga del correntismo.
«L’accusa ci viene rivolta da chi ha ereditato dalla Prima Repubblica vecchie categorie. Ma per noi, nati politicamente con Berlusconi, è una provocazione risibile. Siamo quattro ministri, se avessimo voluto fare una corrente ci saremmo messi a distribuire posti e non certo a costituire un’associazione culturale».
Ma qual è lo scopo di “Liberamente”?
«L’esatto opposto di una corrente. Parlano i fatti: nei nostri due convegni a Moniga e Siracusa in platea non c’erano vecchi mestieranti della politica ma tanti giovani, professionisti, amministratori locali, tutte persone che non avrebbero partecipato ad un incontro del Pdl, perché il Pdl è targato politicamente. Invece, proprio grazie ad un’associazione, si può allargare il consenso nella società civile. Condivido in pieno quanto detto da Bondi: Berlusconi ha un grande consenso, ma a volte nella battaglia per le riforme appare solo. Ecco, il nostro compito è quello di fiancheggiarlo in questa battaglia».
Ma pensa che anche le altre fondazioni nate in seno al Pdl servano a fiancheggiarlo?
«Forse altre realtà possono essere lette in altro modo, ma non le conosco abbastanza e non spetta a me dirlo. Concordo con la sintesi raggiunta dal presidente Berlusconi: favoriamo un coordinamento e un dibattito tra le diverse associazioni che si richiamano al programma e ai valori del Pdl».
Quindi nessun rischio di frammentazione del partito in fazioni e clan?
«Semmai vedo un rischio diverso. Noi dobbiamo tutto il nostro successo al genio e alla generosità di Berlusconi e proprio per questo dobbiamo stringerci attorno a lui. Ma farlo significa produrre iniziative, rimboccarsi le maniche, e non vivere di rendita sotto la comoda ombra della sua leadership chiudendosi nel palazzo e perdendo il legame con la gente. Trovo ridicolo e anche un po’ tendenzioso che si scopra il pericolo del correntismo solo dopo la nascita di “Liberamente”, che è l’ultima di molte. Forse il nostro movimentismo desta preoccupazione perché riscuote consenso».
Alcune associazioni però qualche problema nel Pdl lo hanno creato, tipo quelle di Fini...
«Se c’è qualche problema con alcune fondazioni certo non può riguardare persone come me, la Carfagna, Angelino Alfano, Raffaele Fitto, giovani su cui Berlusconi ha investito e che devono tutto a lui. Noi non abbiamo una storia politica autonoma, noi nasciamo e muoriamo con Berlusconi».
Insomma, non c’è un anatema di Berlusconi contro le fondazioni.
«Lui ce l’ha con le correnti, pensa che il problema sia chi vuole un partito di stile novecentesco. Vede, siamo di fronte a una crisi di crescita, e c’è un confronto aperto tra chi crede nel partito carismatico supportato da azioni come la nostra o quella della Brambilla, e chi invece pensa che i partiti sono forti se mantengono un’organizzazione novecentesca, dove l’organizzazione prevale sul pensiero».
Due stili agli antipodi: da una parte voi giovani, dall’altra i vecchi politici del Pdl?
«Il punto è cosa si intende per unità di un partito. Secondo me l’unità, nel 2010, si sostanzia nella leadership e nel programma, non in una piatta omogeneizzazione dei cervelli e nell’immobilismo. Chi mina allora l’unità del partito? Chi non rispetta o non riconosce la leadership e chi vorrebbe rivedere il programma. Non chi si dà da fare con un’associazione culturale».
Ma che tipo di Pdl avete in mente?
«Noi abbiamo una visione antiburocratica e pensiamo ad un partito leggero che debba solo supportare la leadership di Berlusconi e realizzare la rivoluzione liberale. Lo si può fare da dentro il partito ma anche attraverso un circuito più ampio per penetrare nella società e battere l’egemonia culturale della sinistra».
E con Fini, che fare?
«Fini deve decidere. Ha davanti due strade: può raccogliere il testimone della rivoluzione berlusconiana, oppure illudersi di relegare il berlusconismo ad una parentesi. Se farà la prima scelta e rimarrà al fianco di Berlusconi dimostrerà di essere uno statista e verrà ricordato, nel secondo caso sarà uno dei tanti politicanti».
Sicura che Fini sia ancora in tempo per la prima scelta?
«Mai dire mai. Sicuramente quanto è accaduto è molto pesante e non è facile recuperarlo. Però dipende da Fini, perché Berlusconi è una persona aperta a tutti i contributi. Il suo punto di riferimento è il programma, se Fini lo rispetta Berlusconi è pronto a riallacciare. Non è un uomo vendicativo o livoroso, è un pragmatico che guarda all’interesse del Paese. Non ha preclusioni per nessuno».
Nemmeno per l’Udc di Casini.
«Anche qui, tanto rumore per nulla. Non è da oggi che Berlusconi ritiene di poter allargare il fronte di chi si riconoscono nel Partito popolare europeo, nella cultura moderata. E quindi chiama tutti ad un senso di responsabilità per governare il Paese. Berlusconi è lo stesso di sempre, sono Fini e Casini che devono decidere».
Prima diceva che anche il partito deve fare un grande lavoro per compiere la “rivoluzione liberale”. Non lavorerebbe meglio se ci fosse un solo coordinatore invece di tre?
«Chiedere a chi ha introdotto il maestro unico a scuola se sia meglio un coordinatore unico nel Pdl, è fin troppo facile. Io credo che le responsabilità siano sempre individuali, e quindi il coordinatore unico sarebbe un passaggio ulteriore di maturazione del Pdl, perché vorrebbe dire che non ci sono più componenti ma c’è l’unità».
A proposito di coordinatori, qualcuno nel Pdl chiede le dimissioni di Verdini.
«Mi domando perché dovrebbe dimettersi. Noi siamo sempre stati garantisti e lo saremo anche adesso».
Miccichè, membro di “Liberamente”, però sembra abbia detto il contrario a Siracusa.
«Sono letture maliziose.

Ha fatto un grande intervento sul Mezzogiorno, incarnando la voglia di riscatto del Sud, che guarda al federalismo come opportunità e vuole le riforme. È stato un esempio del rinnovamento culturale che la nostra associazione vuole promuovere. Chi parla di corrente non ha capito nulla».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica