Il vero record di Messi: ora anche i nemici parlano bene di lui

Piccolo come una pulce ma spaventoso come un leone. È lui, Lionel Messi, il giocatore che martedì sera ha «fatto merenda con l'Arsenal». È lui, che, in stato di grazia, fa ora tremare le gambe al Real Madrid - che se lo troverà di fronte nel Bernabeu questo sabato -, e all'Inter, che dovrà riaffrontare il Barça in semifinale il 20 ed il 28 aprile. Dopo aver infilato 18 doppiette e cinque hat-tricks con la maglia azulgrana, Leo ha infatti deciso che era il momento di entrare una volta per tutte nella storia, ed ha segnato da solo quattro gol che saranno ricordati a lungo.
Se, come aveva detto Pep Guardiola tempo fa «gli aggettivi sono finiti» per descrivere Leo, dopo ieri c’è il vuoto assoluto. La stampa catalana si è limitata ieri a riportare il suo nome a tutta pagina. A secco di tutto, di fronte ad un campione di un metro e sessantanove centimetri che ultimamente batte record ogni volta che entra in campo.
Dopo la prodezza contro l'Arsenal, il piccolo argentino ha rivoltato a suo favore la classifica capocannonieri della Champions dove era a quattro gol, dietro a Ronaldo e Rooney. In venti minuti il genio ha riacchiappato il portoghese e, nel secondo tempo, l’ha superato. Lo stato di grazia di Messi - che continua dall'anno scorso, quando vinse 6 coppe con il Barça - si nota anche nella Liga dove è pichichi con 26 gol.
La stampa di tutto il mondo ieri gli ha reso omaggio. E solo lui poteva strappare addirittura i sinceri complimenti dell’editoriale del giornale «nemico» Marca, che ha consigliato a tutti ieri di godersi le sue giocate da marziano, il suo genio e la sua dote da vero Messia: «Non importa che colori difende, gli amanti del calcio devono approfittare del momento e godersi uno dei migliori giocatori della storia», ha fatto scrivere al quotidiano, battendo un altro record.
I giocatori del Real Madrid che hanno visto la partita pensano già al clásico di sabato. «Ma chi lo ferma questo qua?» titola a tutta pagina Marca, riferendo i commenti dei ragazzi di Pellegrini. «Messi fa paura», confessa l'altro madrileno - e madridista - As. Intanto a Barcellona la stampa inizia a parlare anche dell'incontro con quelli di Mourinho: «Adesso andiamo a prendere l'Inter», incita Sport.
Non si vedono tutti i giorni giocatori che segnano quattro gol - tutti diversi - contro una squadra forte e determinata come l'Arsenal. Di fatto Messi è stato il sesto giocatore al mondo a segnare così tanto in una partita della moderna Champions League: il poker era riuscito finora solo a Marco Van Basten nel 1992, Simone Inzaghi nel 2000, Dado Prso nel 2003, Ruud van Nistelrooy nel 2004 ed Andriy Shevchenko nel 2005. E Messi è comunque stato il primo al mondo a segnarli nelle partite a eliminazione diretta ed il più giovane, marcando a soli 22 anni.
Il ragazzo timido di Rosario è oltretutto uno degli atleti più affidabili. Dimenticati gli infortuni della stagione 2006-2007, Pep non lo risparmia mai. Nelle ultime 14 partite di Liga (in cui ha segnato 17 gol) non ha giocato da titolare solo contro il Maiorca ed è stato sempre in campo tutti i 90 minuti, salvo contro il Valencia. È una fortezza volante.

«Un giocatore da PlayStation», lo ha definito uno stupefatto e rassegnato Arsène Wenger, tecnico dell'Arsenal, che lo crede capace di superare tutti i record nei prossimi sei o sette anni e «segnare un'epoca».
Lo vedremo presto contro Real Madrid e Inter. Due partite difficili per il Barça, che cercherà la sua «pulce d'oro» là davanti, di fronte a Casillas e Julio Cesar.

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