Il vescovo dice sì al preservativo se il coniuge ha l’Aids

RomaA una coppia di coniugi, uno dei quali è stato contagiato dall’Aids, «io raccomanderei l’uso del preservativo». Lo ha detto ieri, rispondendo alla domanda di un giornalista, il cardinale ghanese Peter Kodwo Appiah Turkson, relatore generale al Sinodo sull’Africa. «Il preservativo è importante - ha risposto il porporato - ma bisogna rilanciare insieme gli aspetti della fedeltà nell’ambito della coppia». «Ci sono preservativi - ha continuato - che danno false sicurezze a causa della loro qualità e fanno aumentare il contagio. Certo io raccomanderei l’utilizzo dei preservativi ma anche questo è un rischio perché ce ne sono in giro troppi di bassa qualità». Notoriamente contraria all’uso del profilattico, la Chiesa ha più volte discusso del caso di rapporti matrimoniali a rischio Aids.
Già nel 1989 i vescovi francesi si dichiararono favorevoli al condom per la lotta all’Aids. Nel 2000, l’allora arcivescovo di Genova Dionigi Tettamanzi aveva detto sì al profilattico nella coppia se la moglie di un contagiato fosse stata costretta ad avere rapporti sessuali. Nel 2004 era stato il cardinale di Bruxelles, Godfried Dannels, a dire che il sesso con un sieropositivo andrebbe evitato, ma se avvenisse, il profilattico andrebbe usato «per non disobbedire al comandamento che condanna l’omicidio». L’anno dopo era stato il «ministro della sanità» del Vaticano, il cardinale Lozano Barragán ad affermare che la Chiesa ribadisce l’illiceità del preservativo, ma senza voler giudicare «il comportamento» di singole persone «che si trovano in particolari situazioni». Un’apertura era venuta infine, nel 2005, anche dal cardinale George Cottier, teologo della Casa pontificia, che aveva definito «un gesto di tutela della vita» l’uso del condom in certe situazioni. Come si ricorderà, l’efficacia delle campagne di prevenzione dell’Aids che puntano sulla distribuzione dei profilattici era stata contestata lo scorso 17 marzo da Benedetto XVI, durante la conferenza stampa sul volo che lo portava in Camerun. Sei mesi dopo quell’intervento, l’epidemiologo René Ecochard, responsabile del servizio di biostatistica dell’università di Lione, ha definito «semplicemente realistiche» le parole di Ratzinger, ricordando che l’Uganda è l’unico Paese in cui il numero dei malati si è drasticamente ridotto perché «oltre alla campagna sul preservativo, ne ha svolta un’altra molto ampia basata sul trittico “abc” (astinenza, fedeltà, preservativo)».
Durante la conferenza stampa di ieri il cardinale Turkson ha anche detto che la Chiesa è senz’altro pronta ad accogliere un Papa nero.

Il porporato, candidato alla guida del Pontificio consiglio per la giustizia e la pace al posto del dimissionario cardinale Martino, pare non voglia lasciare l’Africa per la curia romana. Il successore di Martino dovrebbe essere un altro africano, il cardinale di Dakar, Théodore-Adrien Sarr.

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