VIAGGIO NELLA DROGA "Anfetamine a colazione"

Video inchiesta sull'universo di una gioventù troppo lontana dai genitori. Siamo entrati nei locali alla moda, nelle serate alcoliche dove il fine è superare il limite. E ora la droga si compra on line: è boom di vendite. Guarda il video di Francesco M. Del Vigo e Andrea Indini

VIAGGIO NELLA DROGA "Anfetamine a colazione"

Occhi d’angelo, sguardo vitreo e assente, movimenti lenti e studiati. Dalla tasca del giaccone scuro fa scivolare nel palmo della mano una bustina trasparente. Una decina di pasticche bianche sulla cui pancia svetta un cuore bombato. “Le metto a sette euro”, spiega lasciando intendere che si può trattare. Sa che una sola non può bastare per un’intera serata in discoteca. Insiste: “Te ne lascio quattro, cinque a venticinque euro”. Non ha fretta di contrattare, non si infastidisce se – a pochi metri – due carabinieri pattugliano la zona.

Ci si inventa spacciatori dall’oggi al domani. Anna ha iniziato a 14 anni. Ora ne ha quasi 16. Un po’ per noia, un po’ per tirare su quattro soldi. Non che gli manchino, questo no. Ma averne in più in tasca non fa mai male. “Io non ne uso – assicura lei – non faccio uso di sto schifo. Semmai, ogni tanto mi faccio qualche pippata. Ma è raro: dipende come mi piglia la serata”. Dietro ai suoi occhi quello sguardo vuoto che nasconde centinaia di ragazzi qui a Milano. Qui in Italia. 

Gangia, hashish, cocaina, chetamina, eroina, crack, skunk. Anna è in grado di procurare qualsiasi tipo di droga. E’ solo questione di tempi. “Ho degli amici, sono bulgari, che mi possono procurare tutto quello che voglio – spiega senza far trasparire alcun sentimento – tu anticipi il danée e io ti faccio avere quello che vuoi”. La coca, la piazza a 60 euro al grammo. Eppure non si considera una spacciatrice. “Mica sono come quei negri che stanno in strada tutta notte a spacciare eroina”. Già, lei è diversa.  

I nuovi spacciatori Come Anna è piena Milano. Basta andare davanti ai licei milanesi e fare un paio di domande per capire che la droga gira indisturbata. Nelle discoteche è uguale. “Se negli anni Ottanta la droga era una piaga che colpiva una fetta di emarginati della nostra società – spiega il professor Riccardo Gatti – oggi tutto è cambiato: è diventata una fabbrica che punta più sui consumatori occasionali”. Basta guardare i dati per capirlo. Secondo Gatti, infatti, si conferma “la tendenza a una tecnologia di vendita molto simile a quella adottata dalla grande distribuzione dove i canali di diffusione dei prodotti sono molto ben differenziati e dedicati a diverse tipologie di utenti”. Solo così il mercato della droga è riuscito a invadere il più alto numero di consumatori occasionali. “Una simile grande distribuzione – continua il professore – si basa non solo su consumatori occasionali, ma anche su trafficanti e spacciatori altrettanto occasionali”. Questo permette di far sì che la distribuzione sia più capillare possibile. Emanuele racconta di comprare la marijuana da un compagno di classe: “Ogni tanto mi procura anche le paste. Prendo quello che ha. Non è un vero e proprio spacciatore – spiega – lui acquista per sé da un suo compagno di calcio. Io mi aggrego. Magari mi fa una iuntina (rincaro, ndr) sulla gangia, ma per me è ok”. 

Nuove droghe che invadono il mercato “Questo è l’anno dell’ero”, spiega Anna. Lo spauracchio dell’ago nel braccio, dell’overdose, dell’Aids: tutto finito, tutto rintanato negli anni Ottanta. Storie superate. “Oggi l’eroina si fuma con la stagnola – racconta Luca – è una botta assurda, dritta alla testa. Niente a che vedere con la coca”. Luca non ha ancora compiuto la maggiore età. Di droghe ne sa. Ma quando ne parla la fidanzata gira il volto da un’altra parte: “Certe cose si fanno… ma non te ne devi vantare”. Stanno uscendo da scuola, il motorino sgasa lasciando nell’aria un odore forte. Sembra abbia fretta. Di sfuggita rivela che addosso ha “solo un paio di grammi di fumo”. E spiega: “Se ripassi sabato ti procuro le paste”. In vista della serata in discoteca. “All’inizio ci si limitava ad andare in discoteca al pomeriggio e a bere come spugne – continua Luca – poi hanno vietato gli alcolici e siamo stati costretti ad andare a ballare al sabato sera per divertirci”. L’età si è abbassata drasticamente: già a quindici anni numerosi ragazzi escono la sera per andare a ballare. I genitori non si preoccupano. “Io mica sono così sfigata da dovermi inventare che dormo da un’amica – spiega Giulia (16 anni) – ho il mazzo di chiavi. Torno quando mi va”. Al sabato sera, però, non girano solo gli alcolici. Anzi. “A dieci euro a consumazione divento povero – continua Luca – eppoi la sbronza passa in fretta. Molto meglio mangiarsi le paste: tiri parecchie ore e spendi molto meno”. Non una parola sugli effetti deleteri sul cervello. 

Droghe alla moda “La droga gira ovunque”, spiega Anna con un fare da esperta. Sembra molto più grande dell’età che in realtà ha. “Lo vedi subito chi hai di fronte e quello di cui ha bisogno – continua dopo essersi accesa una sigaretta – quelli incamiciati, pettinati… insomma, i figli di papà: vogliono la coca. Si sfondano nei locali dei prive pagando bottiglie di superalcolici fino a 250 euro. Con loro faccio una cresta pazzesca”. Fa una pausa e continua: “Poi ci sono i pigoldini e i picolorini, quelli che frequentano le serate pervert in discoteca… loro vogliono le pasticche, l’exstasy. Hanno pochi soldi da spendere, contrattano sempre sul prezzo”. E la marijuana: “Beh, quella la fumano tutti”. E sorride. “Meno visibile di un tempo e più tollerata socialmente – spiega il professor Gatti – la diffusione di droghe ha una penetrazione maggiore di quando il problema veniva considerato una emergenza sociale primaria”. Da qui il ritorno dell’eroina. I dati dimostrano infatti che le persone più giovani dichiarano un uso dell’eroina, una volta in vita, pari a quello delle persone mature che ne hanno attraversato la diffusione epidemica degli anni Ottanta. “Questo dato appare particolarmente preoccupante – conclude Gatti – l’eroina ha, infatti. La proprietà di generare rapidamente tolleranza e la necessità di aumentare il dosaggio o la frequenza di assunzione per ottenere lo stesso effetto generando, rapidamente, tossicodipendenza”. 

Viaggio al termine della notte Escono barcollando dalla discoteca. Potrebbe albeggiare, ma è inverno e una coltre scura ricopre ancora Milano. I tabaccai e gli edicolanti aprono i battenti. Fuori è silenzio. Solo qualche schiamazzo. L’aria è fredda, e umida della notte. Fabio ammette di essere ubriaco. “Ubriaco, fatto”, corregge sorridendo e accendendosi una sigaretta. Il fumo spegne la fiamma. Ci riprova. “Che serata – mormora a fatica – uno spettacolo strabiliante. Ci siamo davvero spaccati”. L’orologio segna quasi le sei. Serata al P-Color. E’ una serata particolare: “p” sta per pervert e “color” è il modo di vestire. Una sorta di “Si prega l’abito scuro” d’altri tempi. Qui “si pregano” i colori. Di ogni sorta. Negli anni precedenti era stata la volta del P-Diamond prima, del P-Gold poi. E’ tutta questione d’abito. Ma non solo. La base è il pervert, serata al limite dove la musica house si fonde a quella techno generando la tech-house e, poi, la tectonic. Nuovi codici, nuovi linguaggi. Tutto diverso. Anche nel ballare. Sul palco si alternano transessuali e drug queen: spettacoli al limite del proibito mandano in visibilio i ragazzi. “Ogni serata ha un tema particolare, l’anno scorso erano i personaggi dei miti greci come Ade, Eros, Afrodite e Psiche – spiega Valentina (16 anni) – questi personaggi ‘sfilano’ all’inizio della serata insieme al dee jay Oby Baby”. Però, c’è qualcosa di più. Valentina lo spiega, con una canzone: “C’è un mondo dove la trasgressione si miscela ai colori della musica e della moda. C’è un mondo dove il sesso è solo un gioco, e non religione. C’è un mondo dove la normalità non esiste”. Esita.

Poi: “Questo è il P-Gold”. Di droga si parla poco, almeno davanti alla discoteca. Qui è meglio non farsi sentire. Le pupille dilatate di Lucia, però, sono piuttosto eloquenti. Mentre il suo sorriso smaliziato conferma. 

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