Vigili, giorno storico Il sindaco consegna le prime 300 pistole

L’epilogo è stato scritto nella storia della polizia municipale. Ieri il sindaco Gianni Alemanno ha consegnato le prime 300 pistole ai vigili urbani, chiudendo una storia che va avanti da 35 anni. La prima trance di agenti da oggi ha nella fondina una Beretta 84. «Nessuno faccia il pistolero - si è raccomandato il primo cittadino - fate in modo che nessun romano si senta solo e insicuro. Avere un’arma in servizio è una responsabilità profonda, bisogna usarla solo in casi estremi e avere un atteggiamento ancor più disponibile per affrontare i problemi».
«Molte pistole sono ancora da consegnare - ha continuato Alemanno, alla presenza del comandante Angelo Giuliani - perché è necessario un attentissimo lavoro di addestramento e bisogna procedere gradualmente. Anche se il passaggio è simbolico possiamo dire che da oggi il Corpo è armato e in grado di difendersi anche nelle situazioni più rischiose».
Fino a ieri la polizia locale romana era indietro rispetto alle altre: ora è stata adeguata allo standard massimo consentito dalla legge. Una battaglia durata 35 anni. La prima vittoria si è avuta solo il 18 giugno 2008 quando la giunta, presieduta da Alemanno, ha approvato la delibera per armare i vigili, con pistola, spray anti aggressione e manganelli di plastica. Ma in realtà l’ultima tappa è stata il 28 gennaio di quest’anno quando il consiglio comunale ha approvato il Regolamento. «La municipale - ha sottolineato il sindaco - sarà in grado di svolgere fino in fondo il proprio lavoro, senza bisogno di essere scortata dalla polizia di Stato, come è avvenuto in molti casi. Il suo ruolo crescerà nel tempo, perché è la vera polizia di prossimità e noi vogliamo che questa crescita di funzioni venga accompagnata da quella di dotazioni. Più attenzione, quindi, anche sull’addestramento, sui locali e sull’organico».
Per il comandante Giuliani la vera sfida è come si porta l’arma e non averla nella fondina. «Gli agenti che hanno ottenuto la Beretta sono quelli che attualmente hanno superato il corso di addestramento presso il Centro di perfezionamento al tiro della polizia di Stato a Nettuno e le visite mediche fisiche e psichiche - ha spiegato il comandante -. È solo un primo passo per la difesa personale dell’agente, ma garantisce più sicurezza alla gente, perché un agente sicuro dà più sicurezza. Il Corpo si armerà tutto, ma con gradualità perché abbiamo scelto la politica dei piccoli passi». Fino a oggi il 58 per cento dei vigili ha chiesto la pistola, ma di questi il 14 per cento non è risultato idoneo alle visite mediche. Dopo questa prima trance di 300 armi, ne verranno consegnate altre 2500 circa.
«Ringraziamo Alemanno che, dopo anni di battaglie sostenute dal Sulpm, ha colmato la mancanza del regolamento dell’armamento, che ricordiamo doveva essere fatto 20 anni fa - ha commentato il segretario generale Sulpm Alessandro Marchetti -.

E ora si passi agli altri strumenti di tutela previsti dal regolamento: lo spray e il bastone distanziometro che consentiranno ai colleghi di poter usare una forza uguale a quella che si dovesse eventualmente contrapporre».

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