La vittima: «Sono distrutta anche il Comune contro di me»

da Roma

Una seconda violenza. Così Federica (il nome è di fantasia) ha vissuto la notizia che il Comune di Montalto di Castro ha «finanziato» con cinquemila euro le spese processuali dei suoi presunti aguzzini. Fino a ieri aveva preferito tacere e aspettare di avere giustizia in un’aula di tribunale. Ma, poi, sentire il sindaco minimizzare la vicenda l’ha fatta crollare. E Federica ha deciso di uscire dal silenzio che si era imposta per raccontare la sua verità. «L’ho presa male - ha detto la ragazza, 15 anni appena - sono allibita, soprattutto perché considero la decisione del comune di Montalto di Castro una presa di posizione contro di me».
Sono passati quasi quattro mesi da quella sera, il 30 marzo scorso, in cui è stata violentata da otto suoi coetanei. Quattro mesi terribili che Federica ha voluto vivere isolandosi da tutto e tutti. «So che non potrò mai dimenticare del tutto quella notte - prosegue il suo racconto - ma vorrei arrivare a considerarlo solo un brutto episodio tra i tanti piacevoli che la vita potrebbe offrirmi. Per un periodo non riuscivo a pensare ad altro che a quella sera nella pineta, alla ferocia con cui quei ragazzi che avevo incontrato per la prima volta alla festa, si sono accaniti contro di me. Poi la mia famiglia, le mie amiche e le mie insegnanti mi hanno aiutata a riprendermi. Subito dopo la violenza non sono più uscita di casa. Da una decina di giorni, però, ho deciso di reagire: mi sono trovata un lavoro, faccio la commessa in un chiosco di bibite al lido e ho cominciato ad uscire con le mie amiche».
Federica ha anche concluso brillantemente l’anno scolastico al liceo Pedagogico di Montalto dove, secondo i suoi insegnanti, è una delle alunne migliori della classe. «Tre episodi in questi mesi - continua - hanno aggravato ulteriormente lo stato di depressione in cui ero caduta. Innanzitutto il comportamento della mia migliore amica con cui mi ero confidata e che ha finito per difendere gli otto ragazzi. Poi loro stessi che due giorni dopo la violenza mi hanno fatto contattare da dei loro amici per chiedermi scusa e poi hanno raccontato ai poliziotti che ero consenziente e ubriaca. E, infine, il giorno dell’incidente probatorio. Quando mi hanno insultata e detto cose incredibili».
La presa di posizione del sindaco ha lasciato allibita anche la mamma di Federica. «Chissà cosa mi avrebbe risposto il sindaco di Montalto di Castro se anche io gli avessi chiesto di anticiparmi i soldi per costituirmi parte civile contro coloro che hanno stuprato mia figlia...». Ma è il comportamento dei genitori degli otto ragazzi ad averla ferita di più.

«In tutto questo periodo non hanno mai fatto una telefonata per sapere come stesse mia figlia. Non si sono preoccupati del suo stato di salute fisica e psichica. Eppure noi siamo mamme, sappiamo quale grande tragedia sia trovarsi con una figlia stuprata e un figlio stupratore».

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