Vittoria fondamentale e batosta salutare

(...) arieti in grado di garantire la risalita della squadra facendo reparto da soli, ritrovarsi con due centravanti che in 10 partite vanno a singhiozzo e complessivamente non superano quota 5 gol. Cari genoani, ci vuole pazienza. Se l'avrete, prima che poi rivedrete il vero Floccari con l'aggiunta di un Crespo che se ben dosato può ancora dimostrarsi tutt'altro che un vecchietto. Per intanto godetevi questo Rossi e questo Palladino, questo Biava e questo Mesto!
Poiché il calcio della Lanterna magica tradizionalmente funziona ad altalena, al Genoa che risale (di quattro gradini) automaticamente corrisponde la Sampdoria che scende (di uno). L'importante è che i vasi comunicanti ci mantengano tutti a livello medio-alto. Dicevo alla vigilia a Del Neri: come farete a neutralizzare l'eccesso di atletismo dei corazzieri bianconeri? «È un problema serio - rispondeva lui -. Vedremo cosa dirà il campo». Il campo ha detto che al «give me five» dei Lucchini Gastaldello e compagni i corazzieri bianconeri hanno battuto ingordamente «cinque» come se non aspettassero altro da tempo. E detto «en passant», immagino il contingente rammarico dei Cannavaro dei Camoranesi e degli altri contigui amici del cuore di Cassano… E allora?
Allora, batosta di importanza fondamentale per una Sampdoria dal cuore piccolo in forzata assenza di capitan Palombo, guai a non rimarcarlo. Batosta realisticamente definita dallo stesso Del Neri «per certi versi salutare in quanto insegna a questa Sampdoria, a tutti i suoi giovani, cosa ti devi aspettare quando alzi il livello del confronto. Un ammonimento che ci servirà in futuro. Siamo scesi in campo con eccessivo timore riverenziale. Avevamo ad esempio le qualità per evitare almeno i primi due gol nel modo in cui li abbiamo presi. Siamo comunque consapevoli di essere in grado di giocare un calcio migliore, e sappiamo di non dover affrontare ogni volta una squadra come questa Juventus. I nostri programmi non cambiano. Nell'immediato, cercare di restare il più in alto possibile giocando un buon calcio che faccia divertire i tifosi. A lungo termine, costruire un qualcosa che cresca un pochino stagione dopo stagione, con l'ambizione di arrivare a competere per grandi traguardi con le grandi squadre come l'Inter e la Juve».
Oltretutto, preso atto del settimo sigillo che tiene alto il morale del Pazzini mascherato, della sconfitta della Fiorentina, della resa di Roma e Lazio, della frenata del Milan, guardi la classifica di serie A dopo la «decima» e vedi che la Sampdoria di Del Neri ha 10 punti in più di quella di Mazzarri l'anno scorso avendo guadagnato - dal 14° al 3° - 11 posti. Batosta dunque salutare, in quanto paradossalmente vincente. Tanto per dire, dando per scontato che in 19 anni il calcio è parecchio cambiato (serie A a 20 squadre anziché a 18, campionato con 4 partite in più e gioco più intenso), ribadisco che per me quei due là davanti in maglia blucerchiata - Pazzini e Cassano - più che «sembrare» ormai quasi «siano» come Vialli e Mancini dello scudetto '90/'91. Lo sostengo non soltanto per i gol che segnano in parallelo (Vialli 19 in «quelle» 26 partite disputate, Pazzini 17 nelle ultime 26 giocate; Mancini 12 in «quelle» 30 partite disputate, Cassano 8 nelle ultime 30 giocate) ma pure per l'affiatamento che hanno raggiunto, la sostanza che mettono in campo, le prodezze in cui si esibiscono, i gol che favoriscono ai compagni. Personalmente arrivo anzi ad azzardare che dalla cintola in su la Sampdoria di Riccardo Garrone e Beppe Marotta disposta da Gigi Del Neri a «4-4-2» - Mannini (Padalino), Palombo, Poli (Tissone), Ziegler (Semioli); Pazzini, Cassano - ormai possa quasi misurarsi con la Sampd'Oro di Paolo Mantovani e Paolo Borea schierata da Vujadin Boskov a «3-5-2»: Lombardo, Pari, Cerezo (Invernizzi), Katanec, Dossena; Vialli, Mancini.
Compito principale di Marotta sarà dunque quello di concentrare gli sforzi sulla difesa. Non si pretende che ne riscopra una da urlo come quella - la migliore d'Italia - bella di Pagliuca Mannini Pellegrini (Lanna) e Vierchowod, ma so che se riuscisse a trovare una via di mezzo sarebbe benedetto da tutti i sampdoriani. L'ultima considerazione mi riporta al Genoa. L'organico del Grifo, ampiamente ristrutturato in seguito al doloroso ma inevitabile sacrificio di Milito Thiago Motta e Ferrari (ficcatevi in testa che, con uno stadio che costa tanto e rende niente, Preziosi non può pagare stipendi da 3 milioni di euro netti cioè 6 lordi, 12 miliardi di ex lire all'anno, per singoli giocatori) denunciava inizialmente 25 elementi, successivamente ridotti a 23 per via dei devastanti infortuni toccati a Jankovic e Kharja, ma gli effettivi titolari pari forza risultano per vero non più di 16/17.

Perciò, cari tifosi genoani, siate tutti estremamente contenti di ciò che vi passa Preziosi, confidate nel recupero di Criscito e Juric in tempi ragionevoli e fate quadrato. Il che vale anche più per Garrone e i tifosi sampdoriani: se il presidente non riesce a farvi lo stadio di proprietà, ciccia le mele e cotone makò.

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