«Il 15 ottobre sarò già a Las Vegas per prepararmi al tavolo finale del Main Event delle World Series Of Poker e intanto mi alleno giocando qualche torneo live ma, soprattutto, stando quasi tutto il giorno su a giocare on line su Internet».
Sono passati due mesi da quella domenica di luglio quando l'Italia del poker stava incollata al web per seguire le sorti di Filippo Candio. Solo nel primo pomeriggio (ora italiana) il 25enne players sardo poteva finalmente gioire perchè era ufficialmente diventato uno dei November Nine. Che tradotto vuol dire aver raggiunto il final table del torneo più difficile del mondo (è il primo italiano ad esserci riuscito) per via del numero degli iscritti (7,319), per il loro valore (almeno 2mila tra i più forti al mondo) e per il buy-in da 10mila dollari (montepremi totale 69 milioni di dollari).
Un risultato che consente a Candio di poter puntare a premi che vanno dai 9 milioni di dollari della prima moneta, agli oltre 800mila dollari del nono posto che i giocatori hanno già incassato per «sopravvivere» fino al 6 novembre quando si giocherà l'atteso tavolo con Mizrachi, Cheong, Duhamel (l'heads up è previsto dopo un giorno di pausa).
Sì perchè su indicazioni dell'emittente Espn da un paio di anni il tavolo finale si «congela» per essere giocato quattro mesi dopo. Questioni commerciali legate alle esigenze tv. E in vista di questo evento che - prese le dovute distanze è comunque un fatto storico per il poker sportivo degli italiani - il Giornale è riuscito a rubare un po’ del prezioso tempo che Candio sta dedicando alla preparazione di una partita che può cambiare veramente la vita per fargli questa intervista.
«Partirò per Las Vegas il 15 ottobre perchè ci sono tante cose da fare prima di sedersi al tavolo e giocare - spiega Filippo - se ci sarà il tempo proveremo a simulare il final table ricostruendo le posizioni e le chips al tavolo così da prevedere alcune situazioni che potrebbero verificarsi».
E Candio potrà contare su una folta truppa di poker players e amici che voleranno con lui a Las Vegas. Capofila un altro pro di Full Tilt, Flavio Ferrari Zumbini, quindi Galb Lepore che ha seguito tutta l'avventura di Candio a Vegas, Mauro Stivoli, Max Lupi di Cardplayer e tanti altri. C'è addirittura un'agenzia di viaggi specializzata nel poker, Travel Rounders, che ha già raggiunto molte adesioni. Nell'attesa, poker e solo poker.
«Giocherò il più possibile online e a tutte le varianti possibili e immaginabili, mi sembra la cosa più appropriata. Ed è quello che sto facendo in questi giorni tant'è che devo ancora andare a dormire da ieri notte», ci confida Candio da Londra, dove giocherà le World Series Of Poker in formato Europe e a fine mese, poco prima di partire, l'European Poker Tour. Sono le 9 del mattino e la fresca nomina a RedPro (la stessa categoria cui appartiene, per esempio, la migliore delle donne, Annette Obrestad) della poker room di Full Tilt (la più grande del mondo) deve averlo stimolato a tal punto da perdere il sonno: «Sto sempre attaccato al pc sia a casa che ora che sono fuori per i tornei».
Per i più curiosi, Candio alloggerà probabilmente al The Venetian di Las Vegas, proprio come durante le Wsop. Ma niente scaramanzia. Filippo è rimasto lo stesso e non vuole sentir parlare di successo, di leggenda, di impresa anche se tanti amici e appassionati di poker si sono stretti intorno a lui. «Io gioco a poker, l'ho sempre fatto e vorrei farlo ancora per tanti anni. A novembre inizia un altro torneo e vi assicuro che ne vedrete delle belle».
Chi c'è da temere al tavolo? Sicuramente tutti. A Candio, però, impressionò Joseph Cheong, terzo in chips.
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