Il volto oltre la realtà Ecco il nuovo ritratto e sta tutto in un clic

Allo Spazio Forma 100 scatti di 40 artisti raccontano come è cambiato il modo di ritrarre in fotografia

Immagini che distraggono, che scioccano, che fanno pensare. Anche molte ore dopo averle avute davanti. Immagini di volti clonati, ritoccati, appena accennati, deformati o perfetti, camuffati o iperreali. Che ci rivelano un fatto nuovo: il ritratto convenzionale è morto. Si tratta di un decesso tecnologico. Stiamo parlando di idee, di mutazioni creative. La raffigurazione alla quale siamo sempre stati abituati in arte e fotografia non esiste più. E da qui, proprio da qui, viene il rinnovamento. Da una mostra, per dirla tutta. Dal titolo «Faccia A Faccia. Il nuovo ritratto fotografico», aperta da ieri allo Spazio Forma, il Centro Internazionale di Fotografia situato all’interno dello storico deposito dei tram del quartiere Ticinese e gestito da Contrasto in collaborazione con la Fondazione Corriere della Sera. Cento scatti, esposti fino al 17 giugno e realizzati da circa quaranta artisti, per rompere con i metodi convenzionali e far saltare i concetti di identità, di volto inteso come specchio dell’anima. Grazie al lavoro di ricerca di questi autori provenienti da tutto il mondo, l’arte di scrivere con la luce perde la sua caratteristica di fedeltà al reale, finché niente è più ciò che sembra. Utilizzate le più svariate tecniche: dall’elaborazione digitale al fotoritocco, dal fotomontaggio alla ricampionatura, in una continua contrapposizione tra chiarezza e ambiguità, realtà e manipolazione, con una maniacale attenzione a ciò che è celato, più che ai dettagli visibili, del volto umano. Il viso è la parte più esposta del corpo, quella porzione pubblica di noi che tutti vedono, mezzo di comunicazione e di confronto col prossimo che attraverso le smorfie rivela emozioni, paure, aspirazioni. Curata da William A. Ewing, direttore del Musée de l’Elysée di Losanna, e Nathalie Herschdorfer, collaboratrice dello stesso spazio museale svizzero, l’esposizione offre istantanee di visi seducenti o toccanti o sofferenti, in alcuni casi spaventosi, misteriosi, tumefatti, malati. Sono scatti audaci, opere-sfida di grandi fotografi come Jirì David, Suzanne Opton e Chris Dorley-Brown che con «Volto del 2000», un’opera formata da 2.000 facce, che stupisce per tecnica e novità di rappresentazione. Ci sono anche lavori di autori meno noti, in una mescolanza di stili e approcci, suddivisi in quattro capitoli emblematici: «Diritto negli occhi», «Apparenze», «Facciate» e «Trapianti», per un viaggio intorno al viso che abbraccia anche gli aspetti scabrosi. In pubblicità si sono fatti largo corpi e visi omologati, senza età, senza difetti né preoccupazioni. Niente accenni negativi, solo l’amplificazione dell’estetica per riflettere e ingigantire i nostri desideri di potenziali consumatori. È ora di cambiare le regole.

Per il ritratto, «la più antica applicazione della fotografia», come affermò nel 1856 il critico Ernest Lacan, è giunto il momento di morire. Il racconto descrittivo lascia il posto a nuove manipolazioni e si tuffa nel contemporaneo con un clic. Il catalogo è pubblicato da Contrasto. Informazioni allo 02-58118067.

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