An vuole le dimissioni del ministro

da Roma

Per qualcuno è stato troppo cauto, per qualcuno lo è stato troppo poco. Di certo il ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni non sembra aver gestito nel modo giusto la spinosa vicenda dei presunti abusi sui bambini nella scuola materna di Rignano. Martedì, quando si è saputo dell’arresto delle tre maestre e degli altri tre indagati, lui si è affrettato ad annunciare che il dicastero si sarebbe costituito parte civile. Ma alcuni dei genitori dei bambini hanno a loro volta accusato il ministero di non aver sospeso cautelativamente le insegnanti quando l’indagine era iniziata, lo scorso ottobre. Lo stesso Fioroni si è scusato, annunciando «tolleranza zero» per crimini così ignobili» e il licenziamento per gli insegnanti coinvolti qualora fossero riconosciuti colpevoli dalla magistratura.
«Ma Fioroni non se la può cavare con delle semplici scuse sulla drammatica vicenda di Rignano - accusa Maurizio Gasparri, membro dell’esecutivo di Alleanza Nazionale -. Deve spiegare in Parlamento, dove ho presentato una interrogazione, perché le denunce dei genitori non hanno avuto tempestivo ascolto». Secondo Gasparri, Fioroni, come massima autorità della scuola italiana, «deve assumersi le sue responsabilità fino alle dimissioni». Il dirigente di An chiede anche che si faccia «piazza pulita di tutti i dirigenti scolastici che non sono intervenuti anche se informati» ricordando inoltre di aver presentato una proposta di legge «perché violenze come quelle ipotizzate a Rignano siano punite con l’ergastolo: il carcere a vita - conclude Gasparri - è la sanzione adeguata per chi, tornando libero, se giudicato colpevole, andrebbe incontro a ben altre e comprensibili sanzioni da parte di qualche padre».
Sempre dall’opposizione arriva però un invito alla prudenza. Mittente è Carlo Giovanardi, deputato dell’Udc, che consiglia il ministro Fioroni «di esercitare la virtù cristiana della prudenza prima di crocifiggere gli operatori scolastici di Rignano Flaminio.

Negli scorsi anni abbiamo già avuto a Modena il martirio di don Giorgio Govoni, falsamente accusato di riti satanici a danno di minori, mentre a Brescia si è appena conclusa in una bolla di sapone un’altra vicenda sulla quale è stato sollevato un grande polverone».
«Il pericolo - conclude Giovanardi - è che se qualche violenza è stata consumata, questa venga annegata in un copione di effetti speciali sensazionali che facciano perdere di vista la realtà dei fatti».

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