Walter multato dai «suoi» vigili

Chi di multa ferisce di multa perisce, ammaestra la saggezza evangelica. Walter Veltroni ad esempio, che dal Campidoglio aveva scatenato «multa selvaggia» spremendo i romani, ha trovato infine la sua nemesi. Il pullman verde sul quale s’è lanciato in campagna elettorale, ieri è stato multato. Indovinate dove e da chi? A Roma, proprio dai vigili urbani. Lui non era a bordo, tocca ai dolori del giovane Walter, esser sempre da un’altra parte nei momenti topici. Così la multa se l’è beccata l’autista, per ora. Ma grottesco è che sia insorto il Pd romano, contro i vigili e in difesa dell’inviolabilità veltroniana.
Veltroni sarebbe riuscito a non far stilare il verbale, se fosse stato a bordo? Pur se la domanda più intrigante riguarda gli effetti della multa, cioè se porta bene o male al magic bus del lungo viaggio verso Palazzo Chigi intrapreso dal leader del Pd. Il quale non c’era sul pullman verde con la scritta Si può fare - per i romani Se po’ fa’ - perché a Palazzo Marini stava presentando il suo programma elettorale. A bordo dunque, solo i giornalisti e alcuni della squadra veltroniana. Destinazione Ascoli Piceno, tappa di ieri, ove Veltroni avrebbe raggiunto l’autobus. Appuntamento per la comitiva del seguito sotto il famoso loft al Circo Massimo dove ha sede il quartier generale del Pd. Imbarcati gli ultimi ritardatari, alle 10 l’autista ha messo in moto. Sapete com’è il traffico a Roma in quell’ora e in quella zona, coi pullman dei turisti che s’affollano per raggiungere la Bocca della verità e i templi della Fortuna virile e di Vesta? Se non lo sapete, domandate al sindaco per quanto uscente.
Dunque il green bus aveva percorso lentamente un centinaio di metri scarsi, cercando di guadagnare il lungotevere e poi il raccordo anulare in direzione di Ascoli Piceno, era appunto all’altezza di Santa Maria in Cosmedin che nel portico conserva la Bocca della verità - un grande e antico tombino di fogna, invero - quando la verità s’è materializzata in due vigili urbani motociclisti che hanno affiancato il pullman facendo cenno di accostare. L’autista ha obbedito. «Patente e libretto», come da rito. Poi l’esame meticoloso di quanto occorre, il triangolo, l’usura delle gomme, le luci. I tutori dell’ordine cittadino hanno sollevato obiezioni sulle luci di posizione, che sembravano fendinebbia. Obiezione rientrata, le luci son risultate in regola. A bordo, gli uomini di Veltroni erano imbarazzati, i giornalisti ridacchiavano. L’esame è proseguito per dieci minuti abbondanti, con scrupolo. Alla fine i vigili hanno multato l’autista, 70 euro, perché era al volante senza cintura di sicurezza. «Ma sono appena partito, qui si va a passo d’uomo!», ha protestato quello. «Non importa, doveva allacciarla prima di muoversi. La legge è legge», gli hanno risposto inflessibili. L’autista ha preso il verbale, ha agganciato la cintura, e prima di ripartire s’è girato verso i passeggeri: «Questa multa la paga il Pd, perché è chiaro che quei due volevano multare Veltroni». Ma i cinque punti in meno sulla patente, restano all’autista o vanno a Veltroni?
Nel pomeriggio sono insorti i consiglieri regionali del Pd: «I vigili rincorrono facili scandali», ha tuonato Giovanni Carapella; «una parte dei vigili urbani sembra tralasciare le vere priorità», ha rimproverato Enzo Foschi.

Avrebbero fatto meglio a tacere, perché Alessandro Marchetti del Sulp, un sindacato dei pizzardoni, ha denunciato che «se la multa tocca uno della “casta”, eccoli tutti a far quadrato intorno al potente di turno». Mentre il comandante della polizia municipale di Roma ha sentenziato: «La norma è norma e vale per tutti. La polizia municipale non fa sconti».

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