Bergamo - Al lavoro in laboratorio. Alla ricerca di una corrispondenza. Gli investigatori che si occupano dell’omicidio di Yara Gambirasio hanno a disposizione il dna di 40 persone sentite nella prima fase delle indagini. I codici genetici potranno essere confrontati con eventuali tracce di dna trovate sul corpo della ragazzina, dopo un riscontro dei carabinieri del Ris di Parma e della polizia Scientifica, che stanno analizzando il materiale isolato dal cadavere e dai vestiti della giovanissima ginnasta di Brembate Sopra.
Quaranta sotto il microscopio Lo dicono fonti investigative: gli inquirenti non hanno a disposizione solamente il dna di 10 pregiudicati che erano indicati nella banca dati della polizia. C’è anche altro: a circa 40 persone, durante i primi tre mesi di indagini sulla scomparsa di Yara, poi ritrovata morta il 26 febbraio a Chignolo d’Isola, carabinieri e polizia hanno prelevato e isolato il dna di "straforo". Una tazzina di caffè, una sigaretta, un bicchiere d’acqua, strumenti utili per archiviare tracce che potrebbero tornare utili adesso, dopo il ritrovamento di Yara. Per ora dal Ris e dalla Scientifica si attende ancora un riscontro. E una prima relazione dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo sull’autopsia è attesa per domani in procura.
L'identikit dell'assassino Molte le ipotesi al vaglio degli investigatori.
Da quelle nei giorni scorsi sul fatto che Yara è stata uccisa per soffocamento o sull’identikit sull’assassino (un uomo alto 1,75 e sui 73-77 chili) fino alle ipotesi di oggi, secondo le quali, vista la scarsa forza delle coltellate (che, sebbene in grande numero, non sono state fatali) l’omicida potrebbe essere una donna. Ipotesi, questa, che non solo contrasta con i dati dell’identikit, ma fa cadere il movente principale, quello sessuale, e quindi darebbe un indirizzo completamente diverso alle indagini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.