Zucchero, due giorni da bluesman

Atmosfere d’altri tempi, citazioni della tradizione americana e vecchi cavalli di battaglia per l’artista emiliano

Zucchero, due giorni da bluesman

Da New York a Rio, da Boston a San Paolo, da Città del Messico a Caracas e Santiago del Cile il tour mondiale di Zucchero Fornaciari, approda domani e mercoledì al Palalottomatica dopo l’esordio «italiano» a settembre in un’Arena di Verona sdoganata finalmente al rock. Sarà la splendida Dune mosse ad aprire i due concerti capitolini che, dopo oltre due ore di show, si concluderanno con la più recente You are so beautiful per una scaletta di 25 brani che comprende anche il nuovo singolo Wonderful life, cover della canzone resa celebre negli anni ottanta da Black e riarrangiata per l’occasione da Steve Welton-Jaimes e Tony Swain. La canzone sarà inclusa in All the best il doppio cofanetto con dvd della data veronese che uscirà in tutto il mondo il prossimo 23 novembre.
L’inizio dello show prevede l’ingresso di Zucchero in perfetto stile Solomon Burke, il gigante del blues, da solo seduto sul trono woodoo, una poltrona di legno e velluto e corna di bufalo, chitarra in braccio. Sullo sfondo svettano canne d’organo, vere protagoniste della scenografia, insieme ad altri oggetti che sanno di Mississippi, di taverne, di vecchi neri, e tre grandi lampadari da festa del ringraziamento, che pendono dall’alto tra fatiscenti tubi industriali a voler evidenziare lo stacco tra miseria e nobiltà. In alto impera un enorme riproduzione del moscone geneticamente modificato simbolo di Fly, l’ultimo album, che ha già venduto un milione di copie nel mondo. Ad arricchire la scenografia, disseminati nello sfondo compaiono vecchi grammofoni, maschere africane, lamiere arrugginite e manifesti strappati, che donano alla scena un’aria di casa antitecnologica.
Che Zucchero sia un tipo piuttosto ruspante l’aveva d’altronde dimostrato quest’estate, quando in Costa Smeralda, durante uno di quei party-concerto che le rockstar spesso fanno per clienti facoltosi, pensò bene di rispondere per le rime a una facoltosa signora non troppo attenta alla sua musica. Ruvido, dunque, come il contesto rappresentato nel concerto che rappresenta le sue radici. Il suono vintage pervaderà sia il nuovo che il vecchio repertorio. Dopo anni Zucchero riscopre le fascinazioni di Miserere con la splendida ballad It’s all rights e L’urlo edulcorata dei suoi contenuti più provocatori recuperata soprattutto per la presenza dell’organo.


Il blues, il soul e il gospel disegnano la mappa di questo nuovo show di mister Fornaciari che ruota intorno alla tastiera di David Sancious ex colonna della E-Street Band di Brucee Springsteen. Con lui sul palco anche i chitarristi Mario Schilirò, Kat Dyson, e poi il batterista Adriano Molinari, Polo Jones al basso e la vocalist Sara Grimaldi.

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