Tre incendi in 15 giorni, il primo il 29 dicembre dello scorso anno, l'ultimo il 9 gennaio. Prima le fiamme inghiottono una sala del Minerva Resort Club, poi lil 5 gennaio l'auto di un suo collaboratore finisce in cenere e, infine, il rogo divampa nelle lavanderie del villaggio turistico Marlusa. I danni causati dagli incendi ammontano a 700 mila euro, la stagione turistica è a rischio e 500 lavoratori potrebbero dover essere lasciati a casa.
Così, Luigi Sauve, imprenditore turistico di Sibaritide, in Calabria, decide di reagire, lanciando un appello alle istituzioni: #SenzaStatoMollo. Il 4 febbraio si presentano all'incontro il vescovo, il procuratore e il presidente dell'Antimafia Morra, oltre ai tanti cittadini calabresi.
Ma il 7 febbraio, tre giorni dopo, un funzionario dell'Agenzia delle Entrate, si presenta alla porta dell'imprenditore, con l'intenzione di pignorare alle due società dell'imprenditore beni per circa 250mila euro, tra quadri, mobili, furgoni e frigoriferi, come ha riportato il Corriere della Sera. Sembra che il pignoramento sia la conseguenza di solleccitazioni da parte del Comune di Cassano allo Ionio, il Comune sciolto per mafia a dicembre del 2017.
Tuttavia, i viceprefetti che gestiscono Cassano allo Ionio, sentiti dal Corriere, hanno sostenuto di non voler mettere in difficoltà un
imprenditore. E se le richieste di pignoramento sembrerebbero essere nella norma, certo non lo sono quei tre incendi, che in 15 giorni hanno devastato le sue strutture, e la zampa di capretto mozzata, trovata di recente da Sauve.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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