"Mentana a La7 fino al 2026". Cairo blinda il giornalista e risponde a Meloni: "Noi liberi"

Dopo gli attriti con la Gruber, Mentana rinnova con La7. E sull'emittente arriva Flavio Insinna. L'editore Cairo: "Critiche della Meloni? Noi liberi, tutti i governi si sono lamentati"

"Mentana a La7 fino al 2026". Cairo blinda il giornalista e risponde a Meloni: "Noi liberi"
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Dopo le tensioni, è tornato facilmente il sereno: Enrico Mentana resta a La7 fino al 2026. "E poi chissà...". Ad annunciare il rinnovo il rinnovo di contratto per il giornalista stato Urbano Cairo, presidente di Cairo Communication, durante l'odierna conferenza stampa di presentazione dei palinsesti 2024/2025 di La7. "Abbiamo definito con Mentana la sua permanenza fino a tutto il 2026. Quindi rimane con noi altri due anni", ha comunicato l'imprenditore, dando una notizia che sino un paio di mesi fa pareva tutt'altro che scontata.

A seguito di alcuni attriti a distanza con Lilli Gruber, che gli aveva rinfacciato di aver sforato con i tempi e di aver quindi ritardato l'inizio di una puntata di Otto e Mezzo, Mentana aveva infatti reagito con stizza. "Ha avuto parole molto sgradevoli e offensive nei confronti del sottoscritto", aveva lamentato il direttore, tirando per la giacchetta il piani alti dell'emittente terzopolista: "Gradirei da parte dell'azienda per cui lavoro che non ci fosse il mutismo che accompagna questa vicenda da 24 ore". A quel punto, era stato lo stesso Urbano Cairo a rompere il silenzio con un tentativo di riappacificazione: "Non venga mai a mancare il rispetto reciproco".

A quasi due mesi da quell'accaduto, le fibrillazioni a La7 si sono placate. E ora il rinnovo con Mentana è tutto un susseguirsi di ossequi e riverenze al direttore."È stato un vero pilastro per noi fin dal 2010, quando è arrivato con il suo telegiornale di grande qualità. Con le sue maratone ha inventato un genere apprezzatissimo e anche quella delle elezioni europee ha ottenuto risultati notevolissimi. Con lui inoltre c'è un rapporto personale amicale e sono molto contento", ha ribadito Urbano Cairo nell'odierna conferenza stampa per la presentazione dei nuovi palinsesti di La7.

Quanto alla programmazione televisiva, l'imprenditore ha annunciato l'arrivo su La7 del conduttore Flavio Insinna, che a partire dal 7 ottobre sarà su in onda da lunedì a sabato con un suo game-show. "Abbiamo deciso e ottenuto l'accordo con un personaggio davvero straordinario della televisione italiana per fare un game show prima del telegiornale", ha comunicato Cairo. E ancora: "È un acquisto importantissimo sul quale puntiamo moltissimo nel momento in cui la Rai sembrava meno interessata abbiamo pensato che fosse la volta buona. Sul titolo ci stiamo ancora ragionando".

Nel tradizionale incontro-fiume con la stampa, Cairo ha anche commentato la proposta della Lega sul canone Rai. Parlando chiaramente pro domo sua. "Mi sembra una cosa un po’ confusa, non capisco quale sarebbe il progetto finale. Noi competiamo in un mercato televisivo in cui La7 è una rete che ha una dimensione di fatturato inferiore a quella di Mediaset e Rai, un 12-15%. Non abbiamo accesso al canone. Il taglio è un unicum. Negli altri paesi c'è il canone ma non c’è la pubblicità", ha osservato.

"A me sembra che ci sua situazione molto squilibrata, per di più la Rai dovrebbe fare servizio pubblico. In Italia c'è un canone a livelli importanti e pubblicità a livelli molto importanti. La7 riesce a stare sul mercato con risorse inferiori, facendo grandi sforzi, i salti mortali. Per il tipo di palinsesto meriteremmo noi di avere una quota di canone. Sarebbe da ripensare completamente il riassetto generale", ha proseguito il proprietario dell'emittente terzopolista. Infine, l'imprenditore ha anche risposto a chi gli chiedeva delle considerazioni ironiche pronunciate da Giorgia Meloni in riferimento a La7 e agli improbabili allarmi sul fascismo (immaginario) pronunciati in alcuni programmi dell'emittente.

"Negli ultimi 11 anni ho avuto lamentele da tutti i governi, tutti dal 2013 si sono lamentati e da allora ad oggi c'è stato un ricambio. Negli anni i governi sono cambiati, prima c'erano Cinque Stelle e Salvini o il Pd, prima ancora Renzi e Gentiloni. Siccome si lamentano tutti e siccome sono cambiati i governi vuol dire che noi non abbiamo nessun tipo di pregiudiziale, noi facciamo una tv che fa domande e che critica quando è il caso di farlo, che ospita tutti coloro che vogliono venire", ha affermato Cairo, che forse dev'essersi perso alcune perle di faziosità andate in onda proprio sulla sua emittente negli ultimi mesi. La7 "è una tv libera di fare domande, criticare e approvare quando è d'accordo", ha concluso Cairo, riconoscendo infine al governo in carica il valore della stabilità.

"Abbiamo un valore che è la stabilità e può consentire a Giorgia Meloni e al governo di fare cose

utili al Paese per intraprendere una via di crescita, facendo dei programmi di lungo periodo. La stabilità è un grande valore: bene che il governo vada avanti e vada avanti facendo queste cose", ha affermato al riguardo.

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