Tour de France, a Bologna Pogacar maglia gialla ma Vingegaard c’è. Vince Vauquelin

La tappa dedicata al Pirata Pantani vede una lunga fuga e lo strappo sul San Luca che consegna la prima vittoria al giovane francese. Pogacar stacca tutti i favoriti tranne il danese, che risponde alla grande

Fonte: Twitter (@LeTour)
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La tappa dedicata a Marco Pantani vede un altro ciclista francese arrivare da solo a braccia alzate sul traguardo di Bologna ma a fare notizia è il fatto che i due super-favoriti del Tour de France hanno già fatto capire di averne più di tutti. Sulla durissima salita del San Luca, Tadej Pogacar mette uno dei suoi scatti perentori ma trova la risposta puntuale di Jonas Vingegaard, dato in condizioni non ottimali alla partenza della Grande Boucle. Sarà, ma a quanto si è visto in salita, il campione danese sarà in grado di lottare per la vittoria.

Nel finale in pianura Evenepoel e Carapaz riprendono i due ma comunque il campione sloveno, come successo al Giro, si prende la maglia gialla alla seconda tappa. Distanze comunque molto ravvicinate in testa alla generale, che potrebbe rivoluzionarsi ulteriormente nelle prossime due tappe. Comunque il messaggio è arrivato chiaro e forte: questo Tour se lo giocheranno ancora Pogacar e Vingegaard.

Parte subito una fuga

Già dalla partenza a Cesenatico, tra un mare di tifosi del Pirata Panani, l’attenzione di tutti va alle due salite del San Luca, dove i quattro favoriti di questo Tour potrebbero misurare il rispettivo stato di forma per la prima volta. Pogacar vorrà sicuramente verificare come stiano davvero Vingegaard, Evenepoel e Roglic per poi modificare la sua strategia per la prima settimana. Le salite più secche potrebbero aprire il fianco ad attacchi importanti già dalla seconda tappa. Sulle pianure della Romagna si iniziano a susseguire i tentativi di fuga e prima di arrivare alle montagne ci saranno tante occasioni per il peloton di riprendere eventuali fuggitivi. Molto attiva la maglia a pois Abrahamsen, che lancia un secondo attacco, trascinandosi dietro un buon numero di ciclisti: dopo una ventina di chilometri, la fuga ha circa un minuto di vantaggio, nonostante un fastidioso vento laterale.

Tour tappa 2 fuga 1
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Il gruppo non sembra avere voglia di riprendere la fuga, che allunga in una decina di chilometri a circa 5’30” di vantaggio. I 30 gradi di temperatura sono resi più gestibili dal vento ma la fuga continua a collaborare al meglio, allungando progressivamente sul gruppo. La situazione non cambia nell’avvicinamento alla salita di Monticino, 2 chilometri al 7% di pendenza media: il peloton per ora lascia fare la fuga, che ha quasi 7 minuti di vantaggio. I 2 punti in palio sul primo Gpm vanno ancora al norvegese Abrahamsen, che allunga nella classifica scalatori sul rivale Madouas nell’avvicinamento alla prossima salita, il Gallisterna. Il vento è ora più forte ma la salita, sebbene sia piuttosto ripida, è solo 1,4 chilometri: il norvegese si aggiudica anche questi due punti ma nel gruppo ci sono davvero pochi movimenti. Il passaggio sul circuito di Imola ed il traguardo volante di Dozza passano senza grossi scossoni, con i 20 punti che vanno ad Abrahamsen. Spavento quando Wout Van Aert cade a centro gruppo con Jorgenson e De Plus: nessuna conseguenza per il ciclista belga.

Tour tappa 2 Van Aert ok
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Si decide tutto sul San Luca

La calma piatta negli ultimi 20 chilometri prima della prossima salita è indicazione di quanto i ciclisti temano il finale di gara, con quattro salite non banali una dietro l’altra. A 70 chilometri dall’arrivo, i nove minuti di vantaggio dei fuggitivi sembrano un cuscinetto rassicurante: a questo punto i ciclisti di punta potrebbero lasciare la vittoria di tappa a loro e concentrarsi sulla lotta per conquistare la maglia gialla. La breve salita del Botteghino di Zocca vede Abrahamsen prendersi l’unico punto in palio con l’andatura del gruppo ancora in calo, anche se le varie squadre iniziano a lottare per prendersi le posizioni buone sulle ultime salite. Dopo la giornataccia di ieri, Cavendish fatica a reggere il passo del gruppo mentre Jakobsen sembra aver qualche problema di crampi e perde terreno. L’approccio al Montecalvo vede la fuga ad 8’31” di vantaggio dal peloton, con Cavendish e Jakobsen quasi un minuto più dietro. Gli ultimi 50 chilometri di questa seconda tappa potrebbero riservare qualche sorpresa.

Tour tappa 2 Abrahamsen Monticino
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Proprio quando tutti sembravano aver consegnato la vittoria ai fuggitivi, c’è un netto cambio di ritmo nel gruppo, che a 40 chilometri dall’arrivo ha solo 5 minuti di vantaggio. Appena il gruppo entra a Bologna, circondato da due ali di pubblico festante, grossi movimenti in testa al gruppo, con Visma ed Ineos impegnate a tenere alto il ritmo per giocarsi il tutto per tutto sul San Luca. I due chilometri della famosa ascesa hanno alcune rampe attorno al 20% di pendenza che la rendono davvero ostica. Tra i fuggitivi Laurance tenta uno strappo sul San Luca ma non riesce a guadagnare abbastanza margine: quando il gruppo inizia la salita, Vingegaard si porta vicino alla testa, pronto a dimostrare di essere ancora il favorito per la vittoria finale. Abrahamsen perde un attimo contatto ma torna nel gruppo di testa a 200 metri dallo scollinamento. I quattro favoriti sono vicini ma Pogacar semina il panico quando mette uno scatto per prendere per primo una borraccia.

Tour tappa 2 Pogacar borraccia
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Pogacar c’è, Vingegaard anche

Sulla prima ascesa del San Luca qualche problema per Bardet, che ha speso molto ieri ma anche per Van Aert, che dopo aver guidato il gruppo per lunghi tratti, perde contatto. Sulla discesa il ciclista della Movistar Oliveira prova un attacco ma è rapidamente tamponato dai compagni di fuga: il gruppo ha ancora 3’38” da recuperare e con soli 20 chilometri non sarà semplice riprendere i fuggitivi. Prima di affrontare la seconda salita del San Luca ecco gli attacchi tra i fuggitivi: prima ci prova Healy, poi parte un trio composto da Oliveira, Abrahamsen e Vauquelin, che riesce a guadagnare una trentina di secondi sui compagni di fuga. La calma in testa dura davvero poco, visto che ancora prima di affrontare le rampe più dure, il francese se ne va, staccando nettamente gli altri ed arrivando primo sull’ultima salita. Abrahamsen prova a reagire ma non è così sciolto come il giovane francese: ancora meno convincente Oliveira, che perde ulteriore terreno.

La seconda salita del San Luca vede Roglic imbottigliato nel gruppo e perdere qualche posizione. Pessima idea, vista che Pogacar e Vingegaard decidono di approfittarne per attaccare in maniera perentoria. Dallo sloveno ci si aspettano sempre attacchi importanti ma le condizioni del danese erano in dubbio: almeno a quanto si può vedere, il capitano della Visma è ancora in grado di rispondere agli strappi del vincitore del Giro. I due collaborano bene mentre né Evenepoel né Roglic possono tentare di riprenderli: Bardet è nel gruppo e potrebbe avere problemi a difendere la sua maglia gialla. Vauquelin ha ancora 48 secondi di vantaggio sui compagni di fuga ma i due cannibali sono scatenati: dopo aver staccato il resto del gruppo di una trentina di secondi, si lanciano in discesa per accumulare vantaggio sui rivali.

Tour tappa 2 Vauquelin fuga
Fonte: Twitter (@LeTour)

Se il ciclista francese inizia già a sorridere per la vittoria di tappa, i riflettori sono puntati sui due “marziani”, che hanno dimostrato di averne ancora più di tutti. Una prova di forza arrivata non sulle rampe più dure del San Luca che lancia comunque un segnale pesante dal punto di vista psicologico: anche quest’anno, non ce ne sarà per nessuno. Dopo aver dimostrato a tutti di essere più forti, i due campionissimi si fanno riprendere da Carapaz ed Evenepoel, che li precedono sul traguardo di Bologna. All’arrivo grande soddisfazione per Vauquelin ma qualche dubbio sulla classifica generale: ci vuole qualche minuto per capire che Pogacar si è preso la maglia gialla, strappandola a Bardet per soli sei secondi.

La classifica

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La tappa di domani

Nuova tappa all’insegna della grande storia del ciclismo italiano al Tour: dopo la partenza dedicata a Marco Pantani, stavolta la Grande Boucle omaggia un grandissimo dell’epoca eroica del ciclismo, Fausto Coppi. Prima di arrivare per la quarta volta a Torino, dove il Tour non torna dal 1996, la carovana gialla passerà dal paese natale di Coppi, Tortona, con una salita a lui dedicata.

Tour 2024 tappa 3 altimetria
Fonte: ASO

In realtà la tappa che porterà da Piacenza a Torino è tutt’altro che montagnosa: nessuno dei tre Gpm di 4a categoria è abbastanza duro per impensierire i velocisti, che sicuramente faranno del loro meglio per

portarsi a casa la vittoria in volata. Con gli uomini di classifica che cercheranno di risparmiare le gambe prima del tappone alpino di martedì, il palcoscenico sarà tutto per gli sprinter.

Tour 2024 tappa 3 planimetria
Fonte: ASO

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