Costner torna al suo West fatto di antieroi (e donne)

L'attore e regista presenta "Horizon", progetto colossale nel quale ha investito di tasca propria

Costner torna al suo West fatto di antieroi (e donne)
00:00 00:00

«C'è qualcosa di speciale nel West americano». Kevin Costner spiega così la sua voglia di raccontare ancora una volta quell'epopea. Di realizzare una saga di quattro film autenticamente western, come lo fu quel Balla coi Lupi che è considerato una pietra miliare del genere, che gli valse due Oscar (miglior film e regia) e con il quale debuttò, trentaquattro anni fa, dietro la macchina da presa.

Il primo capitolo di Horizon: an American Saga, dopo essere stato presentato in anteprima a Cannes, e ieri sera a Los Angeles, arriverà al cinema il 4 luglio.

È stata, per l'attore e regista una grande scommessa a cui lavora da molto tempo, addirittura una trentina d'anni, da quando appunto Balla coi Lupi lo lanciò nel firmamento delle star di Hollywood. «Allora era un solo film e quando nessuno ha voluto produrlo, ho avuto la brillante idea di farne quattro». Una scommessa giocata investendo di tasca propria venti milioni di dollari, circa un quarto del budget necessario a produrlo.

Costner, Sienna Miller, Sam Worthington, Giovanni Ribisi, Abbey Lee, Will Patton, Jena Malone, Michael Rooker, Danny Huston, Luke Wilson. Il cast è stellare e il racconto - ambientato durante la Guerra di Secessione proprio come Balla coi Lupi - è epico. «Ma anche tragico, imbarazzante, vergognoso - dice Costner - La storia per me prende vita e io sento il bisogno di raccontarla. Al tempo della Guerra Civile, negli Stati Uniti c'erano solo 30 milioni di persone, la maggior parte delle quali viveva sulla costa orientale, quando il Nord combatteva il Sud. Un'intera nazione visse eventi scioccanti, molte di queste persone decisero di andare ad ovest portando con sé la loro storia, buona e cattiva. Io provo a raccontare di loro».

Il western è storia americana ma dagli albori del cinema è amato e apprezzato da un vastissimo pubblico internazionale. L'attore e regista cerca di spiegarne le ragioni: «Credo che dipenda dal fatto che l'America ha una storia relativamente giovane, che inizia più o meno 400 anni fa e che è una storia di gente che arriva dall'Europa e da tutto il mondo. C'era una promessa laggiù. Quello che quei pionieri non realizzarono subito era che in quel giardino ci viveva, e fioriva, un popolo da 15mila anni». Horizon è un suo progetto globale, oltre a produrlo, dirigerlo e interpretarlo, Costner ne ha curato la sceneggiatura insieme a Jon Baird e Mark Kasdan, ed è anche l'autore della colonna sonora.

A Cannes il primo capitolo è stato accolto da una standing ovation di dieci minuti. Lui racconta l'emozione provata: «Vedevo la gente sorridere ed applaudire ma non sentivo alcun rumore». Era in una bolla, sono apparse anche le lacrime. «Poi è arrivato il momento di parlare ed sono riuscito a balbettare qualcosa». Costner era accompagnato da Sienna Miller, Jena Malone, Isabelle Fuhrman, Ella Hunt, Georgia MacPhail, Abbey Lee e Wasé Chief. «Ci sono arrivato armato delle mie sette protagoniste femminili, perché una parte importante della storia americana di allora poggia sulle spalle delle donne, anche se nel genere western le donne non sono state raccontate quasi mai». E poi ci sono i nativi americani. «Non puoi raccontare il west senza raccontare dei primi popoli e del caos nel quale li abbiamo tirati dentro. Dei danni che abbiamo fatto loro, danni dai quali non si sono ancora ripresi. Sono consapevole di questo, come sono consapevole di chi è arrivato allora e dell'intraprendenza che hanno dovuto mettere in atto per ricavarsi una vita in quei territori. Due culture diversissime, entrambe nel caos, ingaggiate in una lotta impari».

Chi si aspetta tante scene d'azione e conflitti a fuoco rimarrà, almeno in parte, deluso. «C'è un uomo semplice eletto sceriffo che deve decidere della vita o della morte di qualcuno, c'è una donna che fa il bagno solo per la voglia di essere pulita.

Ce n'è un'altra che si nasconde sotto una costruzione per tre giorni di fila. Storie minori che sentivo che dovevano essere raccontate. Ci saranno anche le sparatorie ma amo raccontare cosa succedeva fra una e l'altra».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica