Marianna Di Piazza

Foto profilo di Marianna Di Piazza

Udinese di nascita, milanese di adozione. Mi sono trasferita all’ombra della Madonnina per inseguire il sogno del giornalismo, ma ho lasciato il mio cuore nella piccola cittadina friulana. Vivo con la valigia sotto al letto, sempre pronta per una nuova avventura. Ho realizzato reportage in Europa, Nord Africa e, naturalmente, in Italia. Ma il mio sogno è quello di vivere e raccontare i teatri di guerra. Cresciuta leggendo i libri di Oriana Fallaci e i reportage dei più grandi inviati nelle zone calde del pianeta, ho voglia di partire con la mia telecamera per raccontare conflitti e sentimenti. Sono una perfezionista in ogni cosa, anche se mi piacerebbe vivere con un po' più di spensieratezza. E quando ho bisogno di staccare la spina, una serie tv e del buon vino, friulano.

A guerra finita, il primo maggio 1945 Tito entrò a Trieste. Le forze jugoslave portarono i prigionieri, con i vagoni merci, fino alla foiba 149. Lì le vittime venivano fatte precipitare nel baratro.

Marianna Di Piazza
Alla foiba n. 149

Siamo andati a Basovizza dove ogni anno, il 10 febbraio, si ricordano le vittime italiane dei partigiani di Tito e il tragico esodo giuliano-dalmata. Nei luoghi del dramma vi raccontiamo una storia troppo spesso dimenticata. "Qui vengono scoperte continuamente nuove foibe piene di cadaveri".

Marianna Di Piazza
Nei luoghi del dramma delle foibe

Alla fine della Seconda guerra mondiale oltre 300mila italiani abitanti dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia scappano dalle loro terre per fuggire alla violenza dei partigiani del maresciallo Tito. "Sono arrivati gli slavi, hanno incominciato a uccidere. Lì era diventato pericoloso. Non abbiamo potuto fare altro che venire via".

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"Non abbiamo potuto fare altro che scappare"

Lo stesso atto, che dà il via al procedimento contabile, è stato notificato anche al dg Angelo Paris, a Ilspa e all'ex numero uno della società, Antonio Rognoni

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