Se Matteo Salvini non scende in piazza col fazzoletto rosso, governatori e sindaci - nel ruolo istituzionale che rappresentano - non disertano le manifestazioni per la Liberazione.
Quella sul 25 aprile è una polemica aperta proprio dal ministro dell'Interno e leader della Lega che preferisce andare a Corleone (Palermo) a inaugurare un commissariato della polizia: "È giusto ricordare i drammi storici di settanta anni fa, però, la guerra di Liberazione oggi io, da ministro dell'Interno, non la faccio ricordando il fascismo e il comunismo", ha detto il vicepremier, "La faccio combattendo la mafia nel cuore della Sicilia che ha diritto di essere liberata dalla mafia. Fortunatamente siamo in democrazia fascismo comunismo e nazismo non torneranno più".
Come lui pure Gianmarco Centinaio, da sempre critico nei confronti di una ricorrenza, che, a suo giudizio, negli anni "si è tinta un po' troppo di rosso" e invece dovrebbe tornare a essere la "festa di tutti" e non un "derby tra fascisti e comunisti". Il ministro per le Politiche agricole ha rimarcato di voler passare la giornata "in famiglia". Così come faranno probabilmente anche i suoi colleghi della Lega: per nessuno di loro è prevista infatti la partecipazione alle celebrazioni. Al contrario dei ministri del Movimento 5 Stelle che invece hanno tenuto a sottolineare la loro presenza al fianco dei partigiani.
Ma per sindaci e governatori è più difficile restare a casa: la fascia tricolore o la rappresentanza della Regione impongono a tutti di partecipare alle celebrazioni per una festa nazionale.
Così farà Luca Zaia, la cui presenza è prevista insieme a quella di Sergio Mattarella a Vittorio Veneto. E così farà Attilio Fontana, che dovrebbe partecipare alle celebrazioni a Varese. Così faranno molti sindaci (pur a volte tacciati di aver "ridotto" cortei e cerimonie).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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