In 5 progettavano una strage a scuola

Mariuccia Chiantaretto

da Washington

Cinque studenti di un liceo del Kansas sono stati arrestati con addosso le armi con le quali, secondo l'accusa, intendevano compiere un massacro a scuola. La sparatoria avrebbe dovuto avvenire giovedì 20 aprile, settimo anniversario del massacro nel liceo Columbine di Denver. In quell'occasione due studenti avevano ucciso 13 compagni e un professore poi si erano suicidati. I ragazzi arrestati hanno da 16 a 18 anni. Quattro sono stati catturati nella notte fra mercoledì e giovedì quando la polizia ha fatto irruzione nelle loro case. Il quinto è stato bloccato a scuola. I minorenni sono stati trasportati nel riformatorio di Girard. L'unico maggiorenne è stato rinchiuso nel carcere della contea di Cherokee.
Il liceo di Riverton è frequentato da 270 studenti che provengono dalle zone limitrofe. Riverton sorge in una zona agricola al confine fra Kansas e Mississippi lungo la strada 66 che attraversa gli Stati Uniti da est ad ovest.
L’allucinante piano criminale è stato scoperto da una donna della Carolina del Nord che nella notte fra martedì e mercoledì aveva scambiato messaggi on line con uno degli aspiranti killer. Il ragazzo si era «sciolto» illustrando i dettagli del piano sul sito «www. My Space» e aveva aperto una discussione sul significato della data del 20 aprile, giorno della nascita di Adolf Hitler, e proprio il giorno in cui avvenne il massacro al liceo Columbine. Lo sceriffo della contea Cherokee, Steve Norman, che ha arrestato i ragazzi, ha spiegato d'aver trovato nelle loro case pistole, munizioni, coltelli e messaggi in codice. Negli armadietti a scuola di due di loro c'erano manuali sulle armi che avrebbero dovuto utilizzare. «Il messaggio sul web era conciso, ma chiaro - ha chiarito Norman-. Diceva che ci sarebbe stato un attacco armato alla scuola superiore di Riverton e che gli autori avrebbero indossato dei giubbotti antiproiettile».
Il piano dei cinque prevedeva la disattivazione del sistema di sicurezza della scuola e quindi la carneficina: una valanga di fuoco che avrebbe dovuto abbattersi su compagni e professori in un'ora variabile fra mezzogiorno e l'una. I ragazzi avevano cominciato i preparativi fin dallo scorso ottobre e si erano procurati soprabiti neri lunghi, simili a quelli indossati dai massacratori del liceo Columbine.
L'elenco delle vittime predestinate comprendeva i compagni più bravi ed almeno un insegnante. Gli aspiranti killer sono ragazzi «difficili», poco impegnati a scuola e spesso vittime delle «battute» dei compagni. Una studentessa, Michaela Ferneau, ha confermato venerdì in televisione d'aver appreso dallo sceriffo che il suo nome era nella lista delle vittime. «Lo scorso gennaio - ha spiegato Michaela - uno degli arrestati si era messo a parlare del massacro di Denver ma nessuno di noi gli aveva dato retta. Scherzava sempre e con la sua voglia di ridere disturbava spesso le lezioni. Forse ho fatto a qualcuno di loro qualche sgarbo, ma non me ne sono mai resa conto. Adesso che penso al rischio che ho corso mi tremano le gambe».
Un altro studente, Trenton Berry, ha confermato le indicazioni sullo stesso compagno arrestato. «È vero che tutti lo prendevano in giro - ha spiegato Trenton -, ma lui se le andava a cercare proprio tutte. Era un tipo molto strano».


Gli uomini dello sceriffo Norman hanno indicato che in casa dei ragazzi sono stati trovati molti giochi violenti da computer. Ma nessuno dei genitori aveva la minima idea su ciò che i rispettivi figli avessero progettato.

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