Abb, la sfida nasce nel palazzo della tecnologia «ecologica»

Abb, la sfida nasce nel palazzo della tecnologia «ecologica»

Ma chi ha detto che i tagli di nastro, le inaugurazioni di sedi, il battesimo di locali o di interi edifici e laboratori là dove c’era l’erba o qualche antico rudere, ebbene, chi ha detto che tutti questi eventi si riducano inevitabilmente a passerelle formali e anche un po’ noisette? A volte, invece - è il caso di ieri, per la «vernice» del palazzo Abb in via Albareto, a Sestri Ponente, 15mila metri quadrati di superficie coperta targati Coopsette in cui lavoreranno 350 dipendenti, in maggioranza ingegneri e tecnici specializzati - capita che l’occasione si trasformi in opportunità, che porti la notizia e - ma solo se è presente la sindaco Marta Vincenzi - si riveli un evento mediatico addirittura scoppiettante. E dire che la notizia c’era già, ottima e confortante, di questi tempi: l’investimento di Abb su Genova, la volontà di «scommettere sul futuro industriale della città - come hanno ribadito il direttore generale Giovanni Battista Ferrari, il country manager Hanspeter Faessler e il responsabile mondiale della Divisione Power System Peter Leupp - concentrando qui, nel cuore dell’hi tech genovese, risorse e competenze nel segno dell’efficienza energetica e del ridotto impatto ambientale». Un segnale particolarmente significativo, dunque, da parte di un gruppo che si occupa di «progettazione e fornitura chiavi in mano di sistemi e servizi di supervisione, telecomunicazione, controllo, misura e protezione per impianti di produzione di energia e per reti di trasmissione e distribuzione».
Tant’è, in questo scenario edificante a rischio di invischiarsi nella melassa, doveva arrivare il colpo d’ala, il gesto estemporaneo, l’invenzione creativa. Logico, persino naturale quando c’è lei, Marta. Che ce la mette sempre tutta per non deludere, e ieri è stata all’altezza, sull’onda dell’euforia per essere stata designata madrina ufficiale della cerimonia. Impeccabile nella sua liseuse verdolina su nero (in omaggio alla definizione di «Green Building» dell’edificio), fiore della stessa tinta all’occhiello, la sindaco s’è fatta attendere a dispetto della puntualità svizzera dominante, mentre già erano dentro da un pezzo il presidente della Regione Claudio Burlando, il numero uno della Provincia Alessandro Repetto, l’onorevole Sandro Biasotti, assessori vari, il Magnifico Rettore Giacomo Deferrari, rappresentanti degli industriali (il presidente Giovanni Calvini e il direttore Massimo Sola), della Camera di commercio (il segretario generale Maurizio Caviglia) e dell’Autorità portuale (il segretario generale Giambattista D’Aste). Appena il tempo di esaurire gli interventi di benvenuto, e la sindaco ha aperto una personalissima campagna di comunicazione: «Questo edificio ecologico testimonia della straordinaria efficienza della pubblica amministrazione; abbiamo ridotto le emissioni di oltre il 20% e investito altrettanto in energie alternative; abbiamo unito Iride e Enia creando un grande polo energetico nel rispetto ambientale». Poi se l’è presa con gli industriali: «Insistono a chiederci case, ma noi vogliamo più insediamenti produttivi».

Calvini non credeva alle proprie orecchie: lui, capo degli industriali, «accusato» di assecondare la lobby del mattone! L’atmosfera, più che scaldarsi, s’è intiepidita, ma è intervenuto, provvidenzialmente, il cardinale Angelo Bagnasco a benedire riportando pace e serenità nei cuori. Marta è scivolata via, lasciando tutti al buffet. Certamente compiaciuta: a differenza di altri compagni, anche stavolta ha detto qualcosa di sinistro.

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