La famiglia "È stata fatta giustizia, ma solo in parte, perché la pena poteva e doveva essere più alta". Sono le prime parole di Hassane Guiebre, padre del giovane Abdoul, dopo la lettura della sentenza. "Dov’è mio figlio?" ha detto il padre visibilmente commosso. "Soddisfazione da parte mia non ce n’è" ha aggiunto. "Mio fratello è stato ucciso per razzismo" dice una delle sorelle di Abba. "Li ho guardati in faccia - ha aggiunto riferendosi ai due commercianti, che erano presenti in aula - e ho capito che non si sono pentiti". Esprime amarezza anche uno dei cugini di Abba: "È una condanna troppo bassa, è dura per me non avere più una persona che vedevo tutti i giorni e ho perso. Torno a casa nervoso, triste e arrabbiato". Fuori dall’aula del processo, che si è svolto a porte chiuse, erano numerosi i familiari e i parenti del ragazzo ucciso.
La difesa Mentre i legali dei Cristofoli hanno annunciato, subito dopo la sentenza, l’intenzione di ricorrere in appello. "Insisteremo - hanno spiegato Elisabetta Radici e Marco Bolchini - perché l’accusa di omicidio volontario venga derubricata in quella di omicidio preterintenzionale".
La richiesta del pm Sedici anni e otto mesi di reclusione per concorso in omicidio volontario aggravato dai futili motivi. E' quanto ha chiesto nella sua requisitoria il pm Roberta Brera n Il giudice ha anche stabilito un risarcimento di 100mila europer i genitori di Abba e di 25mila euro per ognuna delle sorelle del giovane 19enne originario del Burkina Faso. Il giudice ha ritenuto le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti. Nei confronti di Fausto e Daniele Cristofori, i due baristi di 51 e 31 anni, accusati di aver assassinato Abba. I due avevano inseguito e poi - secondo la ricostruzione dell’accusa - ucciso a colpi di spranga il giovane Abba perché credevano avesse rubato un pacco di biscotti.
La richiesta è stata fatta anche tenendo conto dei precedenti penali dei due imputati, nel corso dell’udienza con rito abbreviato e a porte chiuse davanti al Gup, Nicola Clivio, in corso al tribunale del capoluogo lombardo. L'offerta di risarcimento I due baristi hanno messo a disposizione dei familiari della vittima un assegno da 100mila euro frutto della vendita della loro casa. L’assegno è stato consegnato al gup Clivio perché per questioni di sicurezza dovute all’entità dell’importo la cancelleria nei giorni scorsi non lo ha preso in consegna. "Non ci aspettiamo che il risarcimento sia in questi termini perché giustamente non c’è una cifra che possa risarcire la vita di un ragazzo di 19 anni, ma è tutto quello che avevano", ha spiegato uno dei difensori, l’avvocato Elosabetta Radici. Ma i genitori di Abba hanno chiesto un risarcimento di 631mila euro. La richiesta è stata formulata al gup al termine della discussione dall’avvocato Mirko Mazzali, che assiste la coppia costituitasi parte civile nel procedimento a carico dei Cristofoli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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