Abiti come nelle fiabe: New York diventa il regno di Lady Gaga

La cantante a sorpresa tra le modelle di Marc Jacobs. Per una collezione bellissima e spettrale

diNew York «Grimilde non abita più qui» pensi mentre le 65 modelle di Marc Jacobs girano in tondo sulla gigantesca passerella bianca della New York Staten Armory di Park Avenue. L'ultima indossa un mantello incredibile, degno solo della regina di Biancaneve, a intarsi di pelliccia bianca e rosa con tanto di strascico. Le modelle sono tutte pallide, con occhi e labbra nere: un bellissimo trucco gotico esaltato dalla pettinatura a onde luccicanti appiccicate al cranio. Indossano scarpe con la zeppa talmente alta che a ogni rientro nel backstage si congratulano tra di loro per non essere cadute. «Un'altezza così la può domare solo Lady Gaga» pensi senza accorgerti che tra le ragazze c'è proprio lei, Stefani Joanna Angeline Germanotta. Le foto postate su Instagram non lasciano dubbi e così arriva la nota stampa: «La conosco da molto tempo e lei ha spesso indossato dei nostri vestiti» scrive Jacobs. Lei che quando le ha chiesto di sfilare ha risposto: «Voglio essere solo un'altra bellissima ragazza nel tuo show». Da qui la decisione di metterla in lista con il suo vero nome e di non farle fare né la prima né l'ultima uscita.Gaga indossa una delle tante meravigliose giacche oversize di questo show indimenticabile tutto giocato sui toni del grigio antracite e del nero con giochi di luce magistrali dati dai ricami in jais di gusto vittoriano. Sulla schiena di un cappottone enorme fa bella mostra di sé un corvo ricamato con tutte le sue piume. Poi ci sono i grossi bolli luccicanti sulle gonne a crinolina, nastri, volute, pizzi e lavorazioni degne dell'alta moda parigina. Parlare di tendenze è pressoché impossibile: ci sono senza dubbio molti riferimenti gotici e fiabeschi, perfino la colonna sonora fatta da un tintinnio di cristallo ripetuto all'infinito. Pare che Jacobs nel backstage abbia parlato del film Beetlejuice, ma per una volta le fonti d'ispirazione contano fino a un certo punto: l'adesione a un progetto estetico totale è qualcosa di più alto e interessante della traduzione in moda di questa o quella tendenza. A volte le due cose coincidono e allora è veramente bellissimo, uno schiaffo allo snobismo di chi pensa che commerciale sia sotto sotto volgare. La collezione Calvin Klein del prossimo inverno è invece vendibile dal primo all'ultimo pezzo ma talmente elegante e raffinata da raccontare quasi una storia a parte, anche se aderente alla tendenza di stagione: il maschile al femminile e viceversa. Francisco Costa che non commenta né smentisce le voci sul cambio della guardia tra lui e Raf Simons (ex Dior), ha infatti costruito impeccabili tailleur pantaloni riproporzionando i perfetti completi sartoriali maschili sul corpo femminile. Dopo alcune uscite (una più bella dell'altra) arrivano dei fantastici tubini con la stampa pelliccia sul cady e dei preziosi inserti di pietre due nel tessuto. Per una femminilità sfaccettata e piena di contrasti come in definitiva sono le donne.New York chiude con alcuni momenti insolitamente notevoli: la presentazione in forma statica della collezione Nicopanda di Nicola Formichetti, il bravissimo direttore creativo di Diesel e inventore del look rutilante di Lady Gaga.

Molto interessante anche la seconda collezione di DKNY (acronimo di Donna Karan New York) senza Donna Karan. Divertente l'uscita finale con gli stilisti che scrivono sulla maglietta delle modelle: «Noi non ci crediamo ancora».

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