Accuse alla Libia: ha ancora uranio per sviluppare i suoi piani nucleari

«Ha violato gli accordi internazionali del 2003 e tiene nascoste mille tonnellate di yellow-cake»

La Libia custodisce gelosamente 200 barili di uranio nonostante il regime del colonnello Gheddafi avesse accettato nel 2003 di smantellare il suo programma nucleare in cambio di una riammissione a pieni voti nella comunità internazionale. L’ha rivelato ieri il quotidiano inglese Daily Telegraph sostenendo che Tripoli sta già trattando con la Francia la costruzione di una centrale nucleare malvista da Stati Uniti e Inghilterra. L’embargo alla Libia è caduto proprio perché Gheddafi ha rinunciato al terrorismo e a produrre armi di distruzione di massa.
Secondo il quotidiano inglese, però, i libici sono ancora in possesso di 1000 tonnellate di «yellowcake», una specie di uranio concentrato, immagazzinate nella base militare di Sabha, nel deserto libico, non lontano da Tripoli. Il valore stimato è di quasi 350 milioni di euro. I 200 barili possono servire sia per una centrale nucleare pacifica, sia per ottenere uranio arricchito utilizzato negli ordigni atomici.
Grazie ai documenti del sito dell’Agenzia atomica internazionale (Iaea), con sede a Vienna, il Giornale ha ricostruito cosa deve essere accaduto nella base di Sabha, che prima del 2003 era conosciuta come Centro nucleare di ricerca di Tajura. Il 25 gennaio 2004 gli ispettori dell’Agenzia hanno avuto accesso al sito di Sabha, ma «la mancanza di documentazione e di organizzazione nello stoccaggio ha reso impossibile verificare le attività» della base. Pochi mesi dopo, l’8 marzo, la Russia si riportava a casa, dalla stessa base, 13 kg di uranio 235 ceduto ai libici agli inizi degli anni ’80.
Un ultimo rapporto su un’ispezione avvenuta fra il 25 ed il 28 luglio 2004 conferma che l’agenzia atomica ha verificato l’ammissione libica «sullo yellowcake immagazzinato nel deposito di Sabha».

Dopo il 2004, dei 200 barili citati dal Daily Telegraph, si perde ogni traccia, almeno nei documenti ufficiali della Iaea. Secondo una fonte anonima citata dal quotidiano britannico, «Sembra che Gheddafi voglia usare l’uranio come merce di scambio per avere il reattore».

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