Addio a Peter Yates. Inventò i «film d'autore» a basso costo

Dopo il debutto come attore teatrale, Yates si dette al cinema sulle orme del suo maestro Tony Richardson. Tra i suoi film anche un capolavoro assoluto come «Il servo di scena» (due Oscar)

Il regista e produttore inglese Peter Yates, noto soprattutto per aver diretto nel 1968 Steve McQueen nel film «Bullitt», è morto a Londra, dopo una lunga malattia, all'età di 82 anni. Ha firmato numerosi film di successo, spaziando dalla commedia alla fantascienza, passando per il thriller e il fantasy. Tra i suoi titoli «Gli amici di Eddie Coyle», «All American Boys», «Krull», «Il servo di scena» (1983), con Albert Finney, «Suspect - Presunto colpevole» e «John e May», con Dustin Hoffman e Mia Farrow. Figlio di un ufficiale dell'esercito, Yates si è diplomato in recitazione alla Royal Academy of Dramatic Art di Londra. Il debutto del regista, in verità, è avvenuto come attore di teatro (e il suo film più apprezzato, «Il servo di scena», descrive perfettamente l'ambiente e le atmosfere del palscoscenico). Alla fine degli anni Cinquanta, Yates si fa sedurre dal cinema e per impratichirsi con i «ferri del mestiere» diventa assistente del regista Tony Richardson. Nei primi anni Sessanta Peter Yates debuttò come regista cinematografico con le pellicole low-budget «Summer Holiday» e «One Way Pendulum». Dopo essersi fatto le ossa con la popolare serie tv «Simon Templar», lasciò Londra per volare a Hollywood, dove diresse «Bullitt», con Steve McQueen nei panni di un poliziotto a caccia di criminali per le strade di San Francisco.

Tra le altre pellicole dirette dal regista figurano «Rapina al treno postale», «L'uomo che venne dal Nord», «L'anno della cometa», «La pietra che scotta», «Abissi», «Un uomo innocente» e «Un adorabile testardo». Nel corso della sua carriera Peter Yates ottenne quattro candidature all'Oscar, due (regista e produttore) per «All American Boys» e due per «Il servo di scena».

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