Basta fare una ricerca su Google: gli auguri che le istituzioni e le diocesi cattoliche stanno inoltrando alla comunità musulmana presente in Italia per il ramadan sono in fase di moltiplicazione. C'è chi la festa islamica la celebra direttamente all'interno di una parrocchia cristiana e chi si limita a un messaggio ben augurante, ma la melodia di fondo non cambia. Abbiamo già parlato delle modalità selezionate dall'Ordine dei frati minori per quella che, nel tempo, è divenuta una prassi precostituita. La "Chiesa in uscita" di papa Francesco non solo rifugge lo "scontro di civiltà", e questo non sembra neppure troppo opinabile, ma sembra abbracciare una festività islamica, la più importante, come se fosse la sua. Questo, magari sì, porta in dote un certo quantitativo di scossoni dottrinali.
Operiamo mediante un esempio esemplificativo: a Pinerolo, nel torinese, le persone di fede musulmana potranno glorificare il ramadan, utilizzando gli spazi appartenenti alle chiese. Una di questa è valdese, ma almeno un'altra è cristiano - cattolica. Uno dei consacrati interessati - come si apprende su Riforma - ha eccepito che la scelta è da attribuire alla mancanza di altri luoghi fisici. Ma diviene difficile, di rimando, immaginare cristiani occidentali celebranti la Pasqua o il Natale all'interno di una moschea. C'è equilibrio in questa continua ricerca di dialogo interreligioso? Potrebbe essere domandatato a mons. Spreafico, vescovo incaricato a Frosinone e noto bibilista, che si è augurato, come si legge sulla Sir, che "la preghiera di questo mese possa liberare energie di amore e di pace nel mondo". È un tipo di approccio cui la civiltà occidentale o quel che ne rimane si è dovuta abituare. Non è compito delle cronache giornalistiche giudicare. Tornando al caso di Pinerolo, però, è possibile notare come l'accoglienza possa essere estesa a mo' di legittimazione. Sul portale della diocesi ci si imbatte in un comunicato, sottoscritto da più mani istituzionali, che tende a mettere un freno alle critiche. Perché ai cattolici tradizionalisti, questo che qualcuno ha ribattezzato "ramadan cattolico", non piace affatto. Anche in questa circostanza, per avere contezza delle rimostranze, è sufficiente un rapido tour internauta.
Ma a Pinerolo rivendicano la bontà della loro visione del mondo: "In un clima nazionale e internazionale - si legge sulla fonte citata - in cui spesso prevalgono messaggi di esclusione, e in cui la convivenza tra culture e religioni diverse è spesso difficile, esiste una città, Pinerolo, e il suo
territorio, il pinerolese, che hanno fatto del dialogo tra religioni e dell’ecumenismo uno dei suoi punti di forza". È la dialettica paritaria ai tempi della "Chiesa in uscita" o, se preferite, è il "ramadan cattolico".
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