Roma - Il C-130 dell’Aeronautica militare, che ha trasferito in Italia la salma di Alessandro Di Lisio, è atterrato all’aeroporto militare di Ciampino alle 8.50. Il feretro del primo caporalmaggiore ucciso martedì in un attentato dinamitardo a nordest di Farah, nell’ovest del paese asiatico, è stato accolto tra gli altri dal presidente della Camera Gianfranco Fini, dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, dal ministro della Difesa Ignazio La Russa, dal capo di Stato Maggiore della Difesa Vincenzo Camporini e dai vertici delle Forze Armate.
Il rientro di Di Lisio Un picchetto d’onore interforze schierato all’aeroporto militare di Ciampino ha dato questa mattina l’ultimo saluto al caporalmaggiore Alessandro Di Lisio, ucciso in Afghanistan. Il C130 dell’Aeronautica militare che ha riportato in Italia la salma è atterrato alle 8.50. Ad attendere il militare la mamma Addolorata, il papà Nunzio, le sorelle Maria e Valentina e la fidanzata Mariangela. Presenti le autorità politiche e militari: il presidente della Camera Gianfranco Fini, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il capo di stato maggiore della Difesa l’ammiraglio Vincenzo Camporini, il capo di stato maggiore dell’Esercito il generale di corpo d’armata Fabrizio Castagnetti e l’ordinario militare monsignor Vincenzo Pelvi.
L'ultimo saluto Il feretro, avvolto dalla bandiera tricolore , è stato trasportato da 6 paracadutisti e benedetto dall’ordinario militare monsignor Vincenzo Pelvi. Il presidente della Camera Fini, il sottosegretario Letta e il ministro La Russa hanno reso omaggio al militare. Gianfranco Fini si è avvicinato toccando con la mano il tricolore. Dopo che i parà hanno urlato "Folgore", sono risuonate le note del "Silenzio". Quindi il corteo ha sfilato dietro il feretro rotto solo dalle lacrime dei genitori e delle sorelle, stretti tra di loro e sorretti dai militari. Nel pomeriggio il feretro del caporalmaggiore arriverà all’ospedale militare del Celio, per essere trasferita in serata a Campobasso dove sono previsti per domani i funerali in forma solenne.
Le polemiche sull'impegno in Afghanistan Mentre l’Italia piange la sua 14esima vittima della guerra in Afghanistan, continuano le polemiche tra le forze militari internazionali sui rischi della missione. Oggi a parlare è stato l’ammiraglio Michael Mullen, capo di stato maggiore congiunto statunitense, secondo cui l’insorgenza talebana in Afghanistan si è fatta più violenta e più organizzata e la situazione sul campo, aggravata negli ultimi tre anni, è destinata da andare sempre peggio. "Saranno gli afghani - ha detto Mullen in un’intervista alla Bbc - ad avere la meglio sui talebani".
Le truppe alleate impegnate nel Paese centro-asiatico vanno incontro a "battaglie sempre più difficili" e la sfida nel prossimo anno e mezzo sarà a trascinare l’Afghanistan fuori da quella spirale di violenza che dal 2006 sottrae speranze alla popolazione.Mullen ha ammesso che è impossibile prevedere quanto tempo sarà necessario per migliorare la situazione della sicurezza, ma l’ultima fase, l’imponente offensiva lanciata nella provincia di Helmand, è "solo all’inizio".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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