Agenzie di viaggio in rivolta: «La Regione non ci aiuta»

Per gli operatori turistici la nuova legge che gestisce il trasporto pubblico locale è «iniqua e illogica»

Agenzie di viaggio in rivolta: «La Regione non ci aiuta»

«Come agenzie di viaggio vogliamo essere messe in condizione di lavorare senza sottostare a una serie di leggi inique e illogiche che non favoriscono l’occupazione, ma al contrario la delocalizzazione delle nostre imprese. O la Regione ci aiuta in qualche modo, o saremo costrette a trasferirci da qualche altra parte». A lanciare l’allarme è Andrea Giribaldi, presidente Fiavet Liguria, l’associazione che raggruppa 270 agenzie di viaggio da Ventimiglia a La Spezia e oltre 400 punti di vendita in tutta la Liguria. Un settore in pieno fermento dopo l’approvazione da parte del consiglio regionale del testo di legge sul trasporto di persone mediante servizi pubblici non di linea.
«La nuova legge prevede che per ogni autobus in dotazione dell’azienda debba esserci un dipendente abilitato alla guida con un rapporto 1 a 1. Ma è una proposta senza logica perchè costringe l’impresa a zavorrarsi di personale a cui non si può garantire continuità di occupazione». Mentre in altre regioni limitrofe (Toscana) queste restrizioni non esistono e lì prima o poi potrebbero finire alcune agenzie di viaggio della Liguria. «Noi insieme al Fai (federazione italiana autotrasporti) e alla Confcommercio avevamo proposto un emendamento in base al quale il numero di soggetti abilitati alla guida doveva essere di 2 per le imprese tra i 3 e i 5 autobus, di 5 per quelle tra 6 e 8, di 7 per quelle tra 9 e 11 con una scala di gradualità in grado di non penalizzare le aziende più piccole che sopportano già costi notevoli. Pensate che un pullman nuovo costa 700 mila euro ». L’emendamento è stato respinto. E c’è di più. La Fiavet lamemta il fatto che nel testo di legge elaborato dalla Regione non sono sufficientemente descritti i casi in cui vi è un utilizzo in conto proprio dei mezzi di trasporto. «Non si capisce perchè alla agenzie di viaggio sia inibita la possibilità di offrire alla propria clientela il servizio navetta per porti, aeroporti, centri città o altri luoghi di interesse turistico come avviene, invece, con le imprese alberghiere», osserva Giribaldi. L’unica possibilità è quella di assoggettarsi alle rigide normative sul noleggio (con relative autorizzazioni) «mentre noi avevamo chiesto che il trasporto e il trasferimento dei clienti di alberghi e agenzie viaggi fosse effettuato con mezzi di proprietà». Ma la Regione sembra non sentirci. E alla Regione i responsabili della Fiavet rivolgono le loro contro - proposte per poter restare sul mercato dignitosamente. Eccole: una serie di contributi a fondo perduto alle agenzie di viaggio per facilitare la loro trasformazione da luoghi fisici a soggetti on line; sgravi fiscali a favore delle aziende più grandi che acquistano punti vendita.

Infine una sorta di contributo «rottamazione» per le licenze in virtù del quale, quando un’agenzia di viaggio esce dal mercato deve ricevere un contributo finale. Il tutto nell’ottica di una maggiore concertazione tra enti locali e rappresentanze delle imprese. «Proprio quello che oggi manca», scandisce Giuseppe Cassarà, presidente nazionale della Fiavet.

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