La Maserati Levante con cui Giacomo Bozzoli si era allontanato da Brescia per spostarsi in Spagna è stata ritrovata a Marbella. Lo apprende il Corriere della Sera da fonti investigative. Cade quindi l'ipotesi che i 50mila euro di cui il 39enne, condannato all'ergastolo per l'omicidio dello zio Mario (Marcheno, 2015), era stato trovato in possesso al momento dell'arresto, dopo la breve latitanza.
Risolto il mistero dell'auto
A quanto si apprende, la Maserati si trovava in una strada secondaria e sterrata di Marbella. Il ritrovamento conferma che Bozzoli si era spostato in Spagna, ancor prima che la condanna diventasse definitiva (la decisione della Cassazione è stata emessa lo scorso 1°luglio), a bordo della propria vettura. Circostanza che, in realtà, era già stata in parte accertata grazie ai filmati delle telecamere di sorveglianza cittadina che avevano ripreso il passaggio dell'auto nei giorni precedenti alla fuga, quando cioè il 39enne era ancora un uomo libero.
Il "giallo" dei 50mila euro
Se da un lato il "giallo" dell'auto è risolto, resta il mistero sulla provenienza dei 50mila euro in contanti con cui Bozzoli era stato trovato al momento della cattura nella sua villa di Soiano, l'11 luglio, dopo una latitanza di 11 giorni. Gli investigatori avevano ipotizzato che i soldi fossero stati ricavati dalla vendita della stessa vettura. Ma il ritrovamento odierno smentisce questa possibilità. Motivo per il quale proseguono le indagini e gli accertamenti dei carabinieri di Brescia: l'obiettivo è quello di trovare una risposta ai molteplici interrogativi che restano ancora sul breve periodo di fuga.
L'incontro con i familiari e la lettera a Mattarella
Al momento Bozzoli si trova recluso nel carcere milanese di Bollate, dove si trova ristretto anche Massimo Giuseppe Bossetti (delitto di Yara Gambirasio). Il 19 luglio, nel giorno del suo compleanno, ha ricevuto la visita dei familiari. Stando a quanto apprende il Corriere.it, il 39enne avrebbe scritto tre lettere: una indirizzata al presidente Sergio Mattarella, l'altra al premier Giorgia Meloni e la terza al ministro della Giustizia Carlo Nordio. A quanto pare, le avrebbe consegnate a una persona di fiducia prima della partenza per la Spagna, ma le missive non sarebbero state ancora spedite.
Bozzoli, come già aveva preannunciato, punta a una istanza di revisione del processo. Circa l'omicidio dello zio, ucciso e gettato nella fonderia di famiglia a Marcheno nell'ottobre del 2015, si è sempre professato innocente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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