C'è Pippo, cavallo tarchiatello che si fa tirare la coda e le orecchie. E c'è Martina, puledra slanciata, che ad ogni zuccherino, ringrazia all'infinito leccando le mani di chi le offre leccornie. Sono i cavalli che non si ribellano mai perchè "capiscono", quelli che hanno una marcia in più e vengono impiegati - con grande successo - nell'ippoterapia. Montati e accuditi dai disabili, riescono ad aiutare i loro cavalieri a guarire. A sentire meno il dolore, a superare un disabilità fisica, a vincere una depressione. Ingredienti essenziali: il contatto forte con la natura, l'impegno quotidiano, la gratitudine dell'animale.
Al centro di ippoterapia "Cre-Anire La colombera" (dell'associazione nazionale di riabilitazione equestre) di Casarile (Binasco) c'è urgente bisogno di un cavallo nuovo. Anzi di una cavalla. Spiega Cristina Fabbrini, operatrice del centro, che "la puledra proverrebbe dallo stesso allevamento di Martina, che al momento le terapie si svolgono con 4 cavalli ma per far fronte alle numerose richieste è indispensabile acquistarne uno nuovo". Sono una trentina i disabili fisici e psichici seguiti dal centro. Segnalati dai centri diurni, dagli ospedali o dalle famiglie, "non siamo specializzati in una patologia, la nostra ippoterapia giova alla sindrome di Down come alla schizofrenia" aggiunge l'operatrice.
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