Aiutiamo le nostre arterie

I trigliceridi sono delle molecole lipidiche che vengono sintetizzate dall'alimentazione e attraverso il sangue giungono nelle cellule adipose dove vengono immagazzinate come riserva energetica. Il livello del colesterolo e quello dei trigliceridi sono tra i primi valori che vengono controllati in laboratorio durante l'analisi del sangue.
I trigliceridi alti sono un segnale della sindrome metabolica, una condizione clinica in cui la presenza di almeno tre dei fattori di rischio (ipertensione, trigliceridi elevati, alto colesterolo, obesità addominale, iperglicemia a digiuno) aumenta le probabilità di subire un incidente cardiovascolare,tra cui ictus e infarto.
Le varianti genetiche dei trigliceridi sono da anni al centro delle fruttuose ricerche di un gruppo di medici all'università di Verona che ha dato vita al progetto «Verona Heart Study», una biobanca che dal 1996 ad oggi ha raccolto i campioni biologici di oltre 2600 soggetti. Recenti studi hanno portato alla identificazione della mutazione genetica che protegge dalla cardiopatia ischemica. La scoperta, pubblicata sul New England Journal of Medicine, la più importante rivista internazionale di medicina, è frutto del lavoro di un Consorzio internazionale di ricerca coordinato dall'università di Harvard di cui fa parte l'università di Verona, cattedra di medicina interna di Oliviero Olivieri. Secondo lo studio i soggetti portatori di queste varianti genetiche hanno un livello di trigliceridi nel sangue inferiore del 40% a quello dei non-portatori e un conseguente minore rischio di sviluppare patologie cardiache. L'importanza della ricerca è stata messa in risalto anche dal New York Times con un articolo pubblicato il 4 luglio.
Dallo studio è emerso che solo una specifica frazione dei trigliceridi è pericolosa, quella costituita dalla proteina chiamata apolipoproteina C3 (Apo C3) che sta sulla superficie delle micelle lipidiche e che impedisce ad un enzima - spazzino di ripulire il siero dalle micelle stesse. Dopo ogni pasto all'intestino arriva al sangue una grande quantità di lipidi che devono essere eliminati dal circolo, captati dal fegato e rielaborati. Questo avviene nel giro di circa due ore grazie all'azione dello spazzino il cui nome scientifico è Lipoprotein-lipasi (LPL). Questo lavoro conferma, inoltre, il ruolo causale dei trigliceridi nella malattia vascolare arteriosclerotica. I risultati della ricerca rispondono infatti ai dubbi di molti studiosi che, negli ultimi anni, hanno contestato questo ruolo in quanto spesso alti livelli di trigliceridi si accompagnano a bassi valori di colesterolo buono (o HDL) e ad alti valori di colesterolo cattivo (o LDL).
La ricerca apre nuove prospettive terapeutiche della malattia coronarica. Finora la base della terapia è rappresentata dalle Statine, farmaci in grado di abbassare drasticamente il colesterolo e in particolare il colesterolo LDL. Sono efficaci nel ridurre gli attacchi cardiaci, molti pazienti mantengono però elevati livelli di trigliceridi e vanno incontro comunque alla coronaropatia. Lo studio identifica così un nuovo bersaglio terapeutico, i trigliceridi ricchi di apoliproteina C3 che possono essere considerati un killer alla stregua del colesterolo LDL. Farmaci innovativi, come oligonucleotidi anti-senso anti-Apo C3, sono già stati sperimentati su animali e volontari sani con risultati incoraggianti.

Già nel 2002, tra i primi al mondo, il gruppo veronese dimostrava con specifiche ricerche l'importanza dell'Apo C3. Nel 2010, veniva indicato per la prima volta chela mortalità cardiovascolare di questi pazienti era più alta e che l'Apo C3 era predittore di tale evoluzione sfavorevole.

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