"Appalti truccati", bufera su Venezia

In carcere un assessore per corruzione. Indagato anche il sindaco Brugnaro

"Appalti truccati", bufera su Venezia
00:00 00:00

Uno tsunami giudiziario si abbatte in Laguna. L'assessore alla mobilità del comune di Venezia, Renato Boraso, finisce in manette, mentre il sindaco Luigi Brugnaro si ritrova indagato, insieme al suo capo di Gabinetto e Dg del Comune, Morris Ceron, e al vice di quest'ultimo, Derek Donadini. In tutto, 18 indagati e una decina di misure cautelari. Per Boraso, che era già stato presidente del consiglio comunale di opposizione quando sindaco era Massimo Cacciari, e assessore alla mobilità e al patrimonio nella prima Giunta Brugnaro, le accuse sono pesantissime: corruzione, autoriciclaggio, fatturazione per operazioni inesistenti e organizzazione di gare pubbliche non corrette. Secondo il procuratore capo veneziano Bruno Cherchi, l'assessore «si era messo a disposizione, da assessore ma con le sue svariate società, per attività che nulla avevano a che fare con la pubblica amministrazione, facendosi pagare con fatture per prestazioni inesistenti in modo ripetuto». Boraso, insomma, sarebbe per gli inquirenti intervenuto «su appalti e servizi, e modificando piani comunali a favore di diversi imprenditori, che poi lo pagavano». E Brugnaro? Il presidente di Coraggio Italia (ed ex «socio» politico di Giovanni Toti) è indagato «a sua tutela», precisa Cherchi. «Per correttezza nei suoi confronti abbiamo ritenuto di comunicargli che stiamo indagando sul suo blind trust. Ne stiamo valutando la sussistenza, la correttezza, la gestione», aggiunge il capo della procura. Chiarendo che gli accertamenti riguardano le trattative di vendita all'imprenditore di Singapore Chiat Kwong Ching, proprietario della holding immobiliare Oxley, dell'area dei «Pili», che Brugnaro, prima del suo ingresso in politica, acquistò a un'asta del Demanio nel 2005 per 5 milioni di euro. Secondo gli inquirenti il sindaco, Ceron e Donadini, avrebbero concordato con mister Ching «il versamento di un prezzo di 150 milioni di euro in cambio della promessa di far approvare, grazie al loro ruolo all'interno dell'ente comunale, il raddoppio dell'indice di edificabilità sui terreni in questione e l'adozione di tutte le varianti urbanistiche che si sarebbero rese necessarie per l'approvazione del progetto edilizio a uso anche commerciale e residenziale della volumetria di 348.000 mq che sarebbe stato approntato e presentato da una società di Ching». E sempre secondo il decreto di perquisizione, i tre avrebbero anche concordato con l'uomo d'affari di Singapore e con il suo referente italiano Luis Lotti «la cessione dell'immobile comunale Palazzo Poerio Papadopoli al prezzo di oltre 10 milioni di euro, inferiore al valore di 14 milioni, attraverso l'esercizio dei loro poteri amministrativi volti alla riduzione del suo valore di stima», sconto che sarebbe servito come incentivo per la cessione a Ching dei «Pili». Che però non venne mai conclusa. E la società «Porta di Venezia» che ne è proprietaria, pur facendo capo a Brugnaro, dal 2017 è gestita come le altre aziende del sindaco da un blind trust di diritto newyorkese al quale l'imprenditore ha trasferito il proprio patrimonio, una volta eletto a Ca' Farsetti.

Brugnaro, infatti, si dice «esterefatto» per l'avviso di garanzia ricevuto, ribadendo «in cuor mio e in coscienza», di avere «sempre svolto e di continuare a svolgere l'incarico di sindaco come un servizio alla comunità, gratuitamente, anteponendo sempre gli interessi pubblici». Quanto al merito degli accertamenti degli inquirenti, Brugnaro aggiunge: «L'ipotesi che io abbia potuto agire sui Pili per portare vantaggi in termini di edificabilità e/o varianti urbanistiche è totalmente infondata.

Com'è noto, ed ho spiegato pubblicamente, quella è un'area già edificabile da prima della mia amministrazione», e «mai ho pensato, né messo in atto conclude il sindaco - alcuna azione amministrativa per un cambiamento delle cubature».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica