Uccisa per coprire la sua relazione con la nuora. Sei mesi di indagini, false testimonianze, depistaggi. Poi la certezza degli investigatori sull'assasino della 78enne Pierina Paganelli, «colpevole» di nutrire sospetti sul vicino di casa e sulla moglie del figlio Giuliano Saponi, Manuela Bianchi. Arrestato con l'accusa di omicidio volontario pluriaggravato Louis Dassilva, 34 anni, operaio metalmeccanico di origini senegalesi, sposato con Valeria Bartolucci, ex amica della Bianchi. È la moglie Valeria a fornirgli l'alibi («Guardavamo un film sul divano, non si è mai mosso da lì» metterà a verbale). Ieri gli agenti della squadra mobile della cittadina romagnola l'hanno arrestato su mandato della Procura riminese. A inchiodare Dassilva le immagini della telecamera di via del Ciclamino. L'uomo dalla carnagione scura che entra nel portone a passo spedito non può essere che lui, l'unico condòmino di colore residente al civico 31. A inchiodarlo l'andatura regolare, senza incertezze.
Eppure Dassilva quando arriva in questura per il primo interrogatorio è claudicante. «Conseguenza dell'incidente di ieri l'altro» afferma. Tutto per giustificare le scarpe e i pantaloni intrisi di sangue che la polizia sequestrerà in una seconda perquisizione in casa Dassilva, e che dalle immagini registrate sarebbero gli stessi indossati durante l'omicidio. È la sera del 3 ottobre 2023. Pierina rincasa dopo un incontro di preghiera con i Testimoni di Geova. È in garage a parcheggiare l'auto quando viene tempestata di coltellate. Ventinove i colpi sferrati con rabbia mentre la poveretta grida per ben 7 volte prima di cadere a terra. Fatale, secondo il medico legale, una delle ultime coltellate sulla regione sottoclaveare destra e che raggiunge l'aorta intrapericardica uccidendola all'istante. A scoprire il cadavere è la nuora. La scena del delitto è contaminata dal maldestro tentativo di inscenare un omicidio a sfondo sessuale: la gonna slacciata e la biancheria intima strappata di dosso. Secondo il gip sono tre le aggravanti contestate: Dassilva ha commesso il fatto per futili motivi, agito con crudeltà e ha approfittato di condizioni di tempo, luogo e persona tali da ostacolare la privata difesa.
Gli indizi su Dassilva, secondo la polizia, sono di «indubbia concordanza». Interrogata come persona informata dei fatti la nuora della vittima dal sostituto procuratore Daniele Paci. La svolta nelle indagini è nello spezzone registrato alle 22,17 in cui si vede l'indagato camminare senza incertezze verso il portone di casa. Eppure Dassilva sostiene di essere rimasto a casa dalle ore 20 del 3 ottobre alle ore 8 del mattino successivo. Non solo. Alle 19.30 dello stesso giorno, meno di tre ore prima, anche la telecamera della farmacia vicina lo ritrae mentre cammina senza zoppicare. Dassilva vive da tempo con la moglie al terzo piano del condominio di via del Ciclamino 31, stesso pianerottolo in cui viveva la vittima con il figlio e sua moglie. Cinque mesi prima dell'omicidio il figlio della pensionata, Giuliano di 54 anni, viene investito mentre va al lavoro in bici e finisce in coma.
Il pirata che lo centra non verrà mai trovato e sulle prime l'incidente viene messo in relazione all'indagato per la morte della 78enne. Per la Procura, però il collegamento è «insussistente alla luce degli accertamenti tecnici svolti».
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