Tirana - "L’Italia e l’Ue non devono accettare in Albania una realtà inaccettabile per il mondo democratico e condannare la violenza di Stato che uccide gente innocente". È questo l’appello lanciato dal leader dell’opposizione socialista albanese, Edi Rama, conversando con i giornalisti italiani. "L’Europa - ha aggiunto - non può accettare che in Albania possano accadere cose che non accetterebbe mai nei suoi Paesi, in base a principi e valori non negoziabili: che la gente muoia perché protesta o che l’opposizione venga definita 'bastarda' dal governo".
Prime condanne tra i manifestanti Dopo gli arresti di venerdi scorso, a Tirana, arrivano le prime condanne dei manifestanti. Il tribunale della capitale albanese ha condannato due di loro a 20 giorni di reclusione per danneggiamento di beni pubblici. In totale sono 113 gli arrestati per gli scontri nel centro della capitale durante un corteo dell’opposizione, in cui sono stati uccisi tre manifestanti.
Inchiesta parlamentare Ordinato l’avvio di un’inchiesta parlamentare sugli scontri che la scorsa settimana. L'obiettivo è quello di "identificare e punire" i responsabili. Il voto sulla risoluzione è stato boicottato dal partito socialista, a sua volta accusato da Berisha di aver tentato di conquistare il potere con la violenza.
Rama protesta: è un golpe La Commissione di inchiesta sugli scontri rappresenta "una vera e propria escalation di questo colpo di Stato che il premier sta mettendo in atto", ha detto il leader socialista Rama.
"È una Commissione di inchiesta che assomiglia molto ai tribunali popolari del vecchio regime per eliminare gli avversari e per eliminare il ruolo della procura dello Stato che ha chiesto l’arresto di questi assassini protetti dal primo ministro, come se fossero la guardia repubblicana di Saddam Hussein".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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