Albaro litiga ancora sui box: ora nasce il partito dei «sì»

Molti i residenti preoccupati delle ricadute sul quartiere e sulla viabilità delle strade intorno a via Pisa

Albaro litiga ancora sui box: ora nasce il partito dei «sì»

Ad Albaro scoppia la guerra dei comitati. Pomo della discordia, il progetto del gruppo Viziano che prevede la costruzione di un'autorimessa interrata in via Pisa con 122 box distribuiti su due piani. Se fino a pochi giorni fa esisteva solo il comitato del «no» ai posti auto, l'altra sera nel corso dell'assemblea pubblica convocata nei locali della chiesa di S. Teresa sono spuntati un po' a sorpresa anche i fautori del «sì». Ed è stata subita polemica con scambio di accuse e veleni tra chi è contrario «alla realizzazione di 122 box autodefiniti interrati, ma emergenti con tre enormi muraglioni», e chi invece vede di buon occhio i nuovi parcheggi e la sistemazione a verde del terreno sovrastante, «per eliminare il problema della sosta in via Livorno».
Prendendo come unità di misura l'applausometro agli interventi pro o contro i box, i fautori del «no» al momento sembrano godere di un certo vantaggio su quelli del «sì». Aspettando il parere della circoscrizione Medio Levante che si esprimerà in un senso o nell'altro nelle prossime settimane. In una sala affollata all'inverosimile, e tappezzata di cartelli e volantini, l'altra sera Davide Viziano ha cercato di smussare i toni della protesta, escludendo i rischi idrogeologici e i problemi d'impatto ambientale paventati da alcuni abitanti. «La nostra idea - puntualizza il costruttore - è di ricostruire le fasce di via Pisa e ricreare un'area verde che adesso viene impropriamente utilizzata come discarica».
Ma non è bastato per fare recedere dalle proprie posizioni i fautori più convinti del «no». «Oggi davanti alle nostre finestre vediamo gli orti - sibila fra i denti una signora di via Pisa - domani ci ritroveremo con due muraglioni di cemento alti sei metri. Alla faccia dei box interrati». Uno a zero e palla al centro. Il gol del pareggio per la squadra dei «sì» lo firma il signor Franchini, residente in via Livorno: «Nel 1968 qui c'erano 15 alberi, che sono stati tutti abbattuti, tranne uno. Dov'erano allora i difensori del verde? In questa strada dopo le sette di sera non è possibile entrare, le auto sono posteggiate vicino ai cassonetti dell'immondizia, se arriva un'ambulanza sono guai. Prima di dire no ai box pensiamoci bene! Tra l'altro la loro presenza arricchisce il valore dell'immobile».
Non è dello stesso avviso Alberto Catalano, fiero oppositore del progetto, che lo riguarda da vicino, abitando lui in via Camilla: «Vogliono costruire una diga di 100 metri con muri alti fino a nove metri, deturpando l'ultimo polmone verde di Albaro. Ma stiamo scherzando?». Applausi e ululati dalla platea.
C'è ancora il tempo per Viziano di ricordare che l'accesso ai box avverrà con una rampa interrata da via Pisa, che i camion non passeranno (tranne a inizio lavori) in via Livorno e che il progetto dovrebbe approdare tra circa sei mesi in conferenza dei servizi deliberante. La palla ora passa al parlamentino.
Ieri intanto la Giunta ha approvato tre project financing per la realizzazione di un parcheggio interrato per le moto in via Petrarca nel centro di Genova, un parcheggio e un polo sportivo con piscina per la delegazione di Pegli. I progetti, che dovranno essere realizzati da privati, dovranno passare al vaglio del Consiglio Comunale.

Bocciato invece un project financing per un parcheggio in via Reti a Sampierdarena. Per il quartiere del ponente genovese, in cui il problema del traffico e dei posti auto è particolarmente urgente, la giunta ha proposto comunque l'organizzazione di un concorso di idee per nuovi parcheggi.

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