Alfano e quell’iPad acceso In 28mila con lui a Ballarò

Non è passato inosservato il tablet usato in diretta tv nel rituale talk-show politico: ventata d’aria nuova

Alfano e quell’iPad acceso  In 28mila con lui a Ballarò

Domanda: che ci faceva martedì sera Angelino Alfano a Ballarò con il tablet acceso appoggiato distrattamente sul bordo della poltrona finto-povera dello studio di RaiDue? No, non era né maleducazione né noia. Semmai il tentativo di rendere in qualche modo interattiva la trasmissione di Giovanni Floris. Il non a caso giovane segretario del Pdl ha inaugurato martedì l’Alfano 2.0, la versione «upgradata» della comunicazione del Pdl. Non poteva che farlo lui, quarantunenne avvezzo per lavoro ma anche per appartenenza generazionale alla tecnologia. Tipico caso di necessità e virtù a braccetto. E chissà che l’esempio faccia scuola (di informatica, in questo caso). E che qualche altro esponente più attempato del primo partito del centrodestra, da sempre indiziato di scarso legame col territorio e col nuovo, decida di scoprire - per dire - che il tweet è un cinguettìo online e non una stoffa da uomo fuori moda.

Alfano questa piccola rivoluzione tecnologica l’aveva preparata per bene. Presentarsi davanti alle telecamere con la tavoletta accesa non è stato come cambiare cravatta, ma il frutto di una strategia precisa. Da ministro aveva trascurato la sua interfaccia web e ora, da segretario di partito, ha deciso di recuperare il terreno perduto, a partire da un sito personale (www.angelinoalfano.it) che non è statico ma parecchio dialettico. Poi ci sono Twitter e Flick. E la pagina «ufficiale» su facebook (http://www.facebook.com/angelinoalfano.it), con ben 28mila amici. È qui che nel primo pomeriggio di martedì arriva l’annuncio: «Alle 21.10 sarò ospite di Giovanni Floris a Ballarò. Sempre graditi i vostri commenti».
Poi, a trasmissione in corso, la confessione-invito: «Sto seguendo i vostri commenti in diretta durante Ballarò sul mio iPad. Grazie!». E sul social network arrivano centinaia di stimoli: complimenti («bellissimo quando zittisci Floris), incoraggiamenti («fai stare zitta la Bindi!»), qualche bacchettata («sì, però cerchi anche di seguire i discorsi che si fanno in diretta su Ballarò»), e soprattutto molti tentativi di intervenire sulla scaletta della trasmissione («parlate un po’ del caro benzinaaaa», suggerisce uno). Insomma, un modo per tastare il polso del pubblico in tempo reale, molto utile per correggere il tiro a trasmissione in corso se si riesce a evitare qualche inevitabile tentazione di titillare la massa. E alla fine saranno oltre 1200 i commenti su facebook.Sul social network sono visibili anche due video caricati a fine trasmissione da Alfano: in uno egli parla con il pubblico, si fa fotografare come un cantante pop e invita il direttore del Giornale Alessandro Sallusti a salutare i suoi amici elettronici. Nel secondo, mentre gli operai smontano la scenografia, augura a chi lo segue in rete la buonanotte e si dice soddisfatto dell’esperimento.

Quel tablet acceso in diretta e consultato disinvoltamente in diretta, quella finestra sull’infinito aperta nello sclerotico rituale del solito talk-show-con-Rosi-Bindi, non è passato inosservato. Se n’è accorto anche il Fatto Quotidiano, che ieri in un articolo apparso nell’edizione on line ha promesso ai suoi lettori che terrà d’occhio il fenomeno.

«Alfano, con quella mossa, ha imposto un’accelerazione a tutti gli altri leader, che ora diventeranno follower, mutuando il linguaggio di Twitter: se non avrai l’iPad in studio, da domani, apparirai vecchio», scrive il quotidiano del duo Padellaro-Travaglio. Appare quasi (quasi) un complimento. In fondo, una novità anche questa.

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