«Allarme, l’abuso di ormoni accorcia la vita dello sportivo»

Roma«Play true», è lo slogan della Wada, l’agenzia mondiale contro il doping, che da due giorni è riunita a Roma per confrontarsi sul rilevamento degli ormoni peptidici. Ovvero insulina, eritropoietina, ormone della crescita, gonadotropina corionica, corticosterone e altro ancora. L’ultima frontiera del doping non guarda per il sottile pur di aumentare il business e le performance di quegli atleti che di tutto hanno voglia fuorché di «giocare pulito». Ma chi usa e abusa di queste sostanze deve sapere a quali rischi va incontro. È il motivo per cui la Wada ha inserito fra le sue priorità non solo lo sviluppo delle attività antidoping, ma anche l’educazione e la sensibilizzazione degli sportivi.
Ma perché gli ormoni peptidici? E cosa significano nel business del doping? Lo chiediamo a Francesco Botrè, il direttore del laboratorio antidoping di Roma.
«Nei precedenti simposi, abbiamo parlato di doping ematico e genetico. In questa occasione l’attenzione è puntata sugli ormoni peptidici che, fra l’altro, portano alla produzione di altri ormoni endogeni fra cui il testosterone. E’ un tema assai delicato per il difficile rilevamento di quelli per così dire gemelli di provenienza esogena. Ma stiamo facendo degli importanti passi in avanti. Il gap s’è ridotto sensibilmente negli ultimi 10 anni fra doping e antidoping. E siamo contenti di essere un po’ in ritardo, vuol dire che combattiamo con la pulizia un fenomeno sporco».
Come agiscono i farmaci di sintesi che implementano artificialmente i valori di questi ormoni? Quali i vantaggi e gli svantaggi?
«Da un lato migliorano il rendimento di chi fa sport di fatica, come nel ciclismo, nelle maratone e nelle gare di fondo con gli sci, dall’altro riducono la vita sportiva, e probabilmente non solo quella. L’abuso di queste sostanze manda in tilt l’organismo che si disabitua a generare gli ormoni, non ci capisce più nulla e crea scompensi di vasta portata».
A che punto siamo con la ricerca?
«Abbiamo compiuti passi da gigante in campo tecnologico e fisio-farmacologico per scovare le sostanze vietate. Ma dobbiamo fare in modo che nessun innocente venga accusato, che insomma ci sia un falso positivo. Ecco perché tutti e 35 i laboratori della Wada, fra cui quello di Roma, debbono lavorare nello stesso modo con gli stessi parametri e la stessa validità. Ai Giochi di Londra compiremo un nuovo balzo in avanti con il passaporto biologico che sarà richiesto agli atleti delle discipline più a rischio in segno di garanzia individuale e di solidità legale».
Più in dettaglio, possiamo scoprire chi si dopa con l’eritropoietina e l’ormone della crescita?
«Con l’epo abbiamo ottenuto risultati certi, anche in presenza dei più recenti ritrovati.

Il discorso è più difficile con l’ormone della crescita perché al momento siamo in grado di individuarlo solo uno o due giorni dopo la somministrazione o assunzione che dir si voglia. Ma a breve saremo in grado di rilevarlo fino a 10 giorni con un metodo che a Londra stanno mettendo a punto ricercatori inglesi e italiani».

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