Non c'è ancora un caso Paola Egonu, saranno le prossime partite a dare qualche risposta in più. Al momento però lei e Kate Antropova sono una alternativa all'altra. Questa è la certezza che emerge dopo il 3-0 con cui l’Italvolley ha aperto l’Europeo nella meravigliosa atmosfera dell’Arena di Verona.
Perché se i due grandi talenti della pallavolo italiana oggi non sono ancora nelle condizioni di giocare insieme, le prime indicazioni del campo rivelano una gerarchia precisa: Antropova è la titolare ed Egonu la riserva. Con Sylvia Nwakalor (che ha giocato tutta la Nations League in quel ruolo) determinata a recitare un ruolo da protagonista.
La ricostruzione
Si profila dunque un Europeo in panchina per la Egonu (che, tra l’altro, dopo la partita ha avuto un piccolo malore in spogliatoio, ma si è tutto risolto nel giro di pochi minuti). Il Ct Davide Mazzanti ha messo le cose in chiaro:"Abbiamo avuto troppo poco tempo per lavorare sugli equilibri della squadra con Egonu e Antropova in campo e non aveva senso rischiare". Poi ancora: "Ho parlato a lungo con lei, ci siamo confrontati su quello che vuole vivere con questa maglia e quello che io mi aspetto da lei. Questo è stato solo l’inizio del percorso, ma è un percorso che si evolverà giorno dopo giorno e vedremo dove ci porterà".
Mazzanti non lo dice mai esplicitamente, ma sembra evidente che riallacciare il filo spezzato un anno fa, al termine della finale per il bronzo mondiale vinto in Olanda, quando Egonu disse addio (poi ritrattato in un arrivederci) alla Nazionale, è un’operazione che richiede tempo e pazienza. Con la variabile Antropova, esplosa in maniera clamorosa nell’ultima stagione a Scandicci, che ha mischiato ulteriormente le carte.
Dopo il Mondiale, Egonu aveva detto di essere stanca e che avrebbe avuto bisogno di riposo. Questa estate è stata ferma un mese e mezzo dal giorno della finale di Champions League a Torino al primo raduno in Nazionale. È inevitabile che non sia ancora al meglio della condizione fisica. Di fatto, però, quando è entrata in campo per una decina di scambi nel tradizionale doppio cambio palleggiatore-opposto, la Egonu non ha quasi toccato palla.
Troppo poco per tornare a essere incisiva come sa. Il rischio è che questa scarsità di utilizzo, se dovesse confermarsi anche nelle prossime partite, possa trasformarsi in una zavorra per una giocatrice abituata a essere al centro del gioco e ad attaccare mediamente il 40-50% dei palloni di tutta la squadra.
E già la sfida alla Svizzera di domani sera a Monza darà qualche indicazione in più. L’imperativo è recuperarla al meglio della condizione per le partite da dentro o fuori. Per vederla insieme all'Antropova ci vorrà più tempo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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