Oggi è meno difficile dichiararsi di destra

Oggi il clima è nettamente migliorato, anche se mi preoccupano le violenze che si sono registrate ultimamente nelle università con aggressioni a studenti di destra da parte di studenti di sinistra

Oggi è meno difficile dichiararsi di destra

Egregio direttore Feltri,
parole che toccano il cuore, da parte di Robert De Niro, che a Cannes riceverà l'ennesimo premio, la Palma d'Oro: «Mentre il mondo è diviso, Cannes ci unisce». «Torno a casa...». Probabilmente dirà le stesse cose quando prenderà (è matematico) il Leone d'Oro a Venezia. Mi chiedo come sia possibile che questi artisti o letterati o politici di sinistra non si rendano conto che la maggior parte dei riconoscimenti vengono loro dati perché fanno parte di una casta. Faceva notare Andrea Scanzi che non esistono artisti o letterati di destra. Ha ragione. Dimentica di dire che se dichiarassero le loro idee, avrebbero finito di lavorare. Perché quelli di sinistra, con questo terribile governo Meloni, non li tocca nessuno. Per il contrario, sono guai. Smettere di lavorare è il meno. Le minacce, gli ostruzionismi sono all'ordine del giorno. Se, per un puro caso, qualcuno di sinistra ha un guizzo, e dice una cosa non gradita, idem. È il caso, ma ce ne sono altri, del vignettista Vauro Senesi. Tre anni fa aveva osato dire che Putin non aveva tutti i torti. Non l'abbiamo più visto da nessuna parte.

Distinti saluti
Giordano Citterio

Caro Giordano,
essere di destra rende la vita e soprattutto la carriera molto più complicate, in qualsiasi ambito, tanto più in quello artistico in senso lato. Ma anche nel giornalismo questo avviene: chi esprime opinioni non allineate di fatto viene ghettizzato e indicato quale collega inferiore, di sicuro ignorante, bruto e rozzo. Cantanti, attori, pittori si guardano bene dal proclamare le loro idee politiche allorché queste non corrispondono a quel conformismo del pensiero, tipicamente progressista, cui conviene aderire per potere avere accesso al club dei giusti ed essere quindi apprezzati e risultare simpatici, e ottenere pure qualche contratto o ingaggio.

Attualmente, ad esempio, è molto in voga affermare che «il patriarcato è causa del femminicidio», «il femminicidio è opera del maschio bianco», «si nasce neutri», «gli italiani sono razzisti» e boiate simili. Se osi contraddire determinati dogmi, sei messo fuori gioco. Quindi è tutta una corsa a dimostrare, mediante un eccesso di prove, neppure richieste, che la pensi come la pensano le persone perbene, o come dovrebbero pensarla le persone perbene. Ci vuole coraggio ad essere se stessi. Questo talvolta comporta l'ostracizzazione, che solo i forti e gli indipendenti di spirito sono disposti a sopportare. A me, ad esempio, riesce benissimo. Non ho mai tentato di piacere, anzi, mia moglie sostiene che io faccia di tutto per non piacere. E non ha tutti i torti. Mi diverte risultare sgradito. Eppure sono la prova vivente che si può essere liberi intellettualmente e, nonostante questo, fare carriera, progredire, persino nel giornalismo, dove chi è di sinistra parte di sicuro avvantaggiato, persino quando ha una penna mediocre proprio come il cervello. E di esempi potrei farne a iosa.

Le onorificenze non le ho mai amate per i motivi che tu fai presenti. Qualche volta mi sono state tributate e le ho rifiutate. Mi appagano di più i sorrisi della gente per strada, le persone di tutte le età e di ambo i sessi che mi si avvicinano per dirmi: «Direttore, io la penso come lei ma non ho la sua audacia. Grazie di interpretare anche il mio pensiero». E, in fondo, l'unico messaggio che desidero passi forte e chiaro ai lettori è proprio questo: non temiate di essere liberi, temiate piuttosto di non esserlo, e la prima forma di libertà è quella della coscienza. Siate dunque pronti a subire l'isolamento sociale, la condanna, la stigmatizzazione a causa delle vostre opinioni, ma non mettetevi in galera da soli come fate ogni volta in cui tacete per piacere o per non dispiacere.

Ad ogni modo è onesto anche ammettere che una volta, sia decenni addietro che fino a due o tre anni fa, dirsi di centrodestra equivaleva a menarsi la zappa sui piedi o a dichiararsi criminali. Oggi il clima è nettamente migliorato, anche se mi preoccupano le violenze che si sono registrate ultimamente nelle università con aggressioni a studenti di destra da parte di studenti di sinistra, che di solito sono i facinorosi, pur definendosi questi ultimi «democratici» e «antifascisti». Colui o colei che si dica di destra viene ancora reputato essere di serie B, basti considerare cosa si afferma di Giorgia Meloni o di Donald Trump o di Elon Musk o di Marine Le Pen o di Matteo Salvini, tuttavia è diffusa la consapevolezza che il pensiero di destra, quantunque avversato, sia quello della maggioranza dei cittadini, ovvero di chi vive nel mondo reale, se ne frega delle mode ideologiche, si confronta con le problematiche effettive della società e si cura della sostanza delle cose e non della loro apparenza. L'individuo di destra ha la qualità della concretezza, è soggetto di pancia ma anche di sostanza, non si perde in sterili dispute sulle declinazioni, non filosofeggia sul dovere di accogliere chiunque intenda varcare illegalmente le nostre frontiere, non auspica la cancellazione dei generi, della famiglia, della proprietà privata, non nega i dati relativi ai crimini compiuti dagli stranieri perché sarebbe razzismo rilevarli, non è imbevuto di quella superiorità morale che lo conduce a guardare dall'alto in basso chi non la pensa come lui.

Oggi essere di destra, che non equivale affatto all'essere fascista o nazista, non è facile ma è meno difficile di ieri grazie anche a leader coraggiosi che

ce l'hanno fatta non perché hanno nascosto le loro idee ma perché le hanno difese, schierandosi in tal modo anche a tutela del valore-cardine della democrazia: la libertà di parola.

Tutto il resto è pregiudizio e menzogna.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica