Milano - Sull’asse Milano-Venezia viaggiano le storie di ordinari ribaltoni. Rimonte al fulmicotone, al fotofinish, oppure col passo lungo del podista. Oreste Perri, ex campione del mondo della canoa e ora sindaco di Cremona, ha vinto in un’altra specialità. Le ultime vogate, decisive, nella vasca finale del ballottaggio dopo che al giro di boa del primo turno contava già su un vantaggio apprezzabile. Da esperto di regate, quel margine sul rivale del Pd Gian Carlo Corada è stato non solo mantenuto ma incrementato: e così la gara sulle sponde del Po è finita con più di 5 punti di distacco. Vittoria simbolo, come lo era stata Piacenza del presidente di Provincia del Pdl Massimo Trespidi, di quel vento del Nord che soffia forte e spazza via lo strapotere rosso.
Equilibri ormai saltati proprio come a Savona, dove l’«usurpatore legittimo» del trono si chiama Angelo Vaccarezza, 44 anni a luglio, sposato, padre di due figli, e soprattutto nuovo presidente della Provincia per il centrodestra ai danni di Michele Boffa del Pd. Lui festeggia, dice «devo tutto a mio papà Nicola, titolare della mitica Tele Tril, una delle prime emittenti private al Nord. È stato lui a insegnarmi come si fa il politico». Sindaco di Loano nel 2001, è pronto a varare il «suo» consiglio: con un’inedita maggioranza azzurra.
A Belluno l’uomo del sorpasso è Gianpaolo Bottacin, leghista doc in tandem con il Popolo della Libertà. Ha superato con il 51,1% il presidente di provincia uscente di centrosinistra, Sergio Reolon. Affermazione, quella del quarantenne consulente legale, che manda in visibilio il ministro Roberto Calderoli: «La marcia trionfale prosegue e l’accoppiata Bossi-Berlusconi è davvero formidabile». Non tutto è andato secondo i piani a Rovigo, dove il candidato del centrodestra Alessandro Contiero, che il 7 giugno aveva un «tesoretto» di 12 punti di vantaggio, stavolta è stato tradito dalle urne. E la sinistra, guidata da Tiziana Virgili (52,3%), è riuscita a tenere almeno la più piccola provincia veneta.
In Emilia Romagna il feudo di Franceschini è sempre meno al sicuro dalle spinte «ribelli». Il Pd terrà anche (e non sempre in scioltezza) le città di Bologna, Ferrara, Forlì e ancora le province di Ferrara, Parma, Rimini. Ma qui era già una novità essere arrivati ai tempi supplementari. Semmai stupisce la svolta di Sassuolo (Mo), capitale della ceramica, infatti i democratici sono andati in pezzi. Il sindaco uscente del centrosinistra e ricandidato a succedere a se stesso è stato «sfrattato». Merito del candidato Pdl Luca Caselli. Gli è «bastato» il 50,3% per far fuori dai giochi Graziano Pattuzzi, che nei giorni scorsi aveva incassato nientemeno che l’investitura di Prodi.
Giusto per dare l’idea della portata del terremoto politico negli Appennini, ecco il commento a caldo di Isabella Bertolini, coordinatore provinciale del Pdl: «Si apre una nuova era, quella dell’alternanza e della libertà, anche in provincia di Modena».
Scendendo la Penisola, scopri le due facce di Prato: mentre Roberto Cenni fa l’impresa in Comune superando il democratico Massimo Carlesi, in Provincia l’aria non cambia perché resta a Lamberto Gestri, eletto presidente col minimo scarto (50,8%) sulla sfidante azzurra Cristina Attucci.
Addirittura clamoroso il caso di Orvieto: sinistra mandata a casa dopo mezzo secolo di governo locale. Il principale protagonista del «miracolo umbro» (ma a Gualdo Tadino e Bastia si replica) è Antonio Concina (Pdl). Con i suoi 7mila voti, ha sepolto di preferenze le certezze della rivale Loriana Stella. Nel Lazio, poi, a Frosinone nella corda alla presidenza della Provincia la spunta Antonello Iannarilli del Pdl, che batte Gian Franco Schietroma nonostante l’apparentamento del Pd con l’Udc siglato appena prima dei ballottaggi nel tentativo di recuperare il gap del primo turno. Un’altra amministrazione che cambia colore.
Lo stesso avviene ad Ascoli Piceno: Piero Celani del Pdl si aggiudica la Provincia dopo 5 anni di giunta Rossi, di nome e di fatto. Inutile la rincorsa di Emidio Mandozzi (Pd-Idv). Per la cronaca, la prima giunta di Fermo sarà guidata dalla composita coalizione di Fabrizio Cesetti, vittorioso su Saturnino Di Ruscio (Pdl-Udc-Lega), che ha rimesso in pista la sinistra extraparlamentare di rifondaroli e vendoliani.
Siamo al Sud. Pronostici in bilico, i risultati anche. Pdl e Pd si dividono rispettivamente Brindisi città, Caltanissetta, Lecce contro Avellino, Bari, Foggia, Brindisi provincia e Taranto.
Crotone passa a destra, Cosenza rimane un punto rosso sulla mappa. Totale di questa tornata di ballottaggi: il centrodestra toglie al centrosinistra altre 3 città e 8 province. Da nessuna parte si è verificato il contrario.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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