Altro che Italia: in Inghilterra prof in rivolta contro i super tagli

Non solo gli studenti universitari in rivolta contro le tasse universitarie. L’estate di Londra si prevede caldissima. Ma non sarà la colonnina di mercurio a surriscaldare le umide strade inglesi. Per la prima volta in 25 anni i due principali sindacati degli insegnanti hanno indetto uno sciopero generale che li porterà in piazza il 30 giugno. Per i moderati dell’Atl (Association of Teachers and Lecturers) sarà il primo sciopero in 127 anni di storia. Tutte le scuole d’Inghilterra e Galles - almeno 23mila - resteranno chiuse. Una giornata di protesta che col passare delle ore rischia di farsi sempre più affollata: ai 300mila insegnanti che aderiscono alle due sigle hanno annunciato che si uniranno altri dipendenti pubblici impiegati in settori nevralgici, dalle aule di giustizia, alle carceri agli uffici di polizia. Le previsioni parlano di un milione di lavoratori pronti a incrociare le braccia nello stesso giorno. Numeri che non si sfioravano dai tempi di Margaret Thatcher.
Di mezzo c’è la spinosa riforma delle pensioni. E il governo di coalizione di David Cameron e Nick Clegg non ha fatto sconti. Per gli insegnanti è previsto l’innalzamento dell’età pensionabile fino ai 68 anni, l’aumento dei contributi fino al 50% e l’abbassamento delle pensioni (fino al 15% al momento dell’uscita dal mondo del lavoro). Lacrime e sangue. Quelle che molti analisti avevano previsto un anno fa, al momento dell’insediamento del governo Tory-Libdem. E che gli studenti universitari hanno versato - quasi letteralmente, negli scontri con la polizia, dopo l’assalto alla sede dei Tory - per le strade della capitale inglese lo scorso novembre dopo la decisione del governo di raddoppiare le tasse universitarie. Ma il rigore dei conti e i tagli alla spesa pubblica sono la priorità di Cameron, che intende risparmiare 80 miliardi di sterline nei prossimi quattro anni per ridurre l’enorme debito britannico. Il premier è andato dritto lungo la strada della austerity: non solo riforma delle pensioni, ma anche tagli al settore pubblico - 24mila posti di lavoro in meno nelle amministrazioni locali in soli tre mesi, da gennaio a marzo 2011, 143mila in meno in un solo anno - e congelamento dei salari per i dipendenti statali. Con risultati importanti: la disoccupazione sta scendendo ai ritmi più veloci degli ultimi dieci anni (ora è al 7.7%) e l’occupazione è cresciuta nello scorso trimestre di 104mila unità nel settore privato.
Ma i dipendenti pubblici non ci stanno. «La pensione di un insegnante si aggira intorno alle 10mila sterline l’anno (11mila euro circa). Un ritorno modesto per una vita dedicata all’insegnamento dei nostri bambini», commenta il segretario generale del sindacato Atl, Mary Bousted. E se da una parte i prof non intendono cedere all’«attacco» del governo (12mila i tagli nel settore dell’istruzione), dall’altra la solidarietà degli inglesi non è scontata. Mentre un altro sciopero, quello della metropolitana, rischia di paralizzare domenica la capitale inglese, molti cittadini attaccano la protesta degli insegnanti. «Sono disgustata dal comportamento dei nostri docenti - commenta Margaret Morrissey, rappresentante dei genitori dell’associazione «Parents Outloud» -: molti genitori dovranno pagare qualcuno che si prenda cura dei loro ragazzi nel giorno di sciopero. Un bel calcio sui denti per chi ha perso il lavoro o rischia di perderlo in un momento difficile per tutti».

E fra questi ci sono anche molti dipendenti della Bbc pronti a unirsi alle lotte contro i tagli ai posti di lavoro e agli stipendi. Sarà un’estate caldissima a Londra. Che preannuncia un inverno insolitamente ancora più caldo.

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