Altro che sperduti anche i piccoli comuni ora sono «hi-tech»

Abbattere il divario digitale e, attraverso il web, rendere le zone rurali della Sardegna più vicine al continente e, attraverso questo, al resto del mondo. È l'obiettivo alla base dei progetti di digitalizzazione che vedono impegnata la Regione. Che, fra l'altro, mira anche a incentivare trasparenza e semplificazione, rendendo più stretto il rapporto fra amministrazione e cittadini. Proprio in quest'ottica la Regione ha avviato da tempo progetti che mirano proprio a rafforzare il ruolo delle nuove tecnologie. Fra questi c'è il progetto Comunas, che permetterà all'amministrazione di supportare l'opera di digitalizzazione e dematerializzazione degli enti locali, già in atto nell'isola. La novità è che questo sforzo di digitalizzazione non riguarda solo le grandi città, ma anche i paesi più piccoli e meno battuti dai flussi di turismo. Anche questi, adesso, possono usufruire dei servizi e delle opportunità destinati ai centri più grandi.
In quest'ottica, lo scorso anno la giunta regionale ha dato il via libera al potenziamento dei servizi di e-government nel territorio, prevedendo l'adesione al progetto Comunas non più solo delle singole amministrazioni comunali, ma anche delle Unioni di Comuni e delle Comunità montane. Alla base del progetto c'è un programma di infrastrutturazione telematica, destinato a realizzare un sistema informativo integrato degli enti locali, con l'obiettivo di erogare servizi avanzati e di qualità a cittadini, imprese e altri enti pubblici, con il coinvolgimento diretto dei Comuni sia dal punto di vista organizzativo sia da quello informatico. Avviato come semplice sperimentazione nel 2005, il progetto Comunas ha interessato finora 375 Comuni sui 377 della Sardegna e, lo scorso anno, si è qualificato come uno dei migliori a livello nazionale tanto da garantirsi ulteriori due milioni di euro di cofinanziamento, per un ammontare complessivo di 6,7 milioni. I risultati, concreti, di questo processo di modernizzazione dell'isola dal punto di vista digitale sono riassunti nei numeri: oggi cento per cento dei comuni della Sardegna (tranne piccole frazioni) dispone della copertura Adsl, il 95,8 per cento della popolazione può usufruire di una connessione a larga banda in modalità Full (con banda teorica di almeno 7 megabit), il 3,2 per cento dei sardi ha una connessione in modalità Lite (con banda teorica inferiore a 1 megabit) e solo l'1 per cento dei cittadini risulta essere privo di qualsiasi accesso Adsl. Numeri, questi, che riguardano sia i grandi centri sia quelli meno conosciuti. Le aree rurali appunto, quelle meno battute dai grandi flussi turistici. Proprio per potenziare le infrastrutture telematiche nei paesi più piccoli, la Regione, in accordo con il ministero dello Sviluppo economico, ha previsto il miglioramento del servizio di connettività a banda larga nelle aree rurali della Sardegna. La convenzione operativa, siglata a Roma, ha stabilito il completamento delle infrastrutture in tutti i Comuni dell'isola che, allo stato attuale, non risultano ancora connessi con la fibra ottica e verso i quali non è stato manifestato alcun interesse da parte di operatori privati del settore. Per la realizzazione delle infrastrutture saranno investiti oltre 17 milioni di euro, di cui circa 10 milioni a carico della Regione e disponibili attraverso fondi Feasr di Sviluppo rurale per la Sardegna 2007-2013.
La stessa amministrazione, oltre alla proprietà delle opere realizzate con le proprie risorse, potrà usufruire in comodato d'uso per 20 anni di tutte le altre infrastrutture finanziate direttamente dal Mise. «L'innovazione rappresenta una leva per la competitività: dobbiamo guardare a un modello di sviluppo sostenibile da attuare sulla base delle caratteristiche socio economiche, ambientali ed infrastrutturali dei territori per individuare i settori di attività economica più rappresentativi per la Sardegna e capire quali sono le reali le esigenze finanziarie delle nostre imprese», spiega Mario Floris, assessore degli Affari generali, Personale e Riforme della Regione Sardegna.

«Lo sviluppo e l'accesso diffuso ai servizi digitali ad alta velocità è considerato, ormai, una condizione indispensabile per la crescita culturale ed economica del territorio, e per incrementare la capacità di attrarre investimenti e insediamenti di realtà industriali e commerciali sempre più competitive».

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