Amadou e Mariam, le voci del Mali

Amadou e Mariam, le voci del Mali

Luca Testoni

Fino a oggi non era mai successo che tra i tormentoni dell'estate italiana trovasse spazio un pezzo africano. Grazie alla gioiosa, seducente e un tantino "ruffiana" Réalité (quella del video con Vincent Cassel...), Amadou e Mariam, meglio noti come la "coppia di ciechi del Mali", ci sono riusciti.
Un piccolo, grande miracolo in tempo di globalizzazione. Di più: un tabù sfatato. Dietro il quale c'è (forte e ben percepibile) lo zampino del "clandestino" Manu Chao, l'ex Mano Negra, guru di un suono esperanto, trasnazionale e terzomondista, che del loro nuovo cd Dimanche à Bamako è stato co-produttore (nonché co-autore e interprete).
Alla fine, la collaborazione si è rivelata quantomai produttiva e ha fruttato un disco godibilissimo (apprezzato e molto venduto Oltralpe) e musicalmente "senza frontiere". Che non può essere definito propriamente etnico né tantomeno occidentale. Sospeso com'è tra andamenti propri della tradizione bambara (un'etnia del Mali) e ritmiche latine, accattivanti melodie pop e sapori blues.
Amadou Bagayoko, 52 anni, chitarrista (nel curriculum va segnalata la militanza negli Ambassadeurs du Motel dell'albino Salif Keita), e Mariam Doumbia, 47 anni, cantante (ha iniziato a cantare fin da bambina alle feste di matrimonio, al seguito del padre), si sono conosciuti quasi 30 anni fa in un istituto maliano per giovani non vedenti.
Da allora, fanno coppia fissa, nella vita come in sala d'incisione. Con incrollabile ottimismo e crescente successo. Prima in patria e nella vicina Costa d'Avorio, dove erano emigrati in cerca di fortuna, e nell'Africa francofona. Poi, a partire dalle fine degli anni Novanta, anche in Europa.
Ospiti questa sera (ore 21.

30, ingresso 12) del Festival di Villa Arconati a Castellazzo di Bollate, Amadou e Mariam passeranno in rassegna il repertorio internazionale più recente - dalla compilation Sou Ni Tilé (1997) fino all'ultimo lavoro, uscito nell'autunno scorso -, con una cover a sorpresa: Money dei Pink Floyd.
A precederli, l'Orchestra di Piazza Vittorio capitanata dall'Avion Travel Mario Tronco.

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