Matteo Failla
La scorsa stagione avevamo visto al Litta un Antonio Syxty folgorato da una visione alquanto filosofica dellAmleto shakespeariano, supportato nelle sue elucubrazioni artistiche dal saggio Il ripudio del sapere del filosofo americano Stanley Cavell.
«Non aspettatevi un Amleto preconfezionato - spiegava Syxty - che si trascini la zavorra dei cliché che da sempre accompagnano i protagonisti della tragedia; preparatevi piuttosto ad assistere a un viaggio attraverso il teatro, a immergervi nella nuova materia che spinge gli attori: il sentimento, inteso come sentire qualcosa che ci riguarda e ci coinvolga».
Questanno il regista torna con il suo Amleto, Principe di Danimarca, da giovedì al 13 novembre sempre al Litta, ma in una nuova edizione, con un cast completamente rivoluzionato che rispetto alla versione precedente vede la conferma del solo interprete di Amleto, Emanuele Fortunati.
«Per questa mia nuova messa in scena ho scelto attori e attrici diversi da quelli che mi avevano accompagnato nel primo tragitto - spiega Syxty - fatta eccezione per Emanuele Fortunati. Sia ben chiaro che la decisione non è stata presa perché gli attori di prima non erano adatti, anzi. Il motivo principale è che in questo nuovo Amleto ho voluto approfondire il tema della natura, sovrapponendo una Regina giovane e inquieta alla regina di allora ed evocando la memoria di una Ofelia con la pelle bianca attraverso la presenza di una Ofelia con la pelle scura».
«Amleto, inteso come personaggio - spiega Syxty - è il vero regista. Egli si muove sul palco immerso in un dramma nel dramma, in quell ambiente che si allarga a poco a poco fino ad inglobare lintero mondo: muove le fila di tutto, di ciò che è reale e di ciò che è dramma, ritrovandosi ad attraversare il proprio ruolo di uomo e di attore fino a raggiungere un silenzio che fa parte della morte, per luomo, e della fine della rappresentazione, per lattore: lAmleto è una grande riflessione sul Teatro».
È quindi probabile che le difficoltà già incontrate dalla Compagnia - ovvero quella necessità di distaccarsi dallimmagine stereotipata dei protagonisti della tragedia - questanno si saranno acuite in seguito alla nuova «visione syxtyana» dei personaggi shakespeariani. Il suo pare essere l impegno di un Amleto che possa aiutare ad entrare in una nuova ottica, anchessa shakespeariana, che comprende il tema dellamore, della morte, ma anche della colpa e della giustizia.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.