Roma - Dopo Massimo D'Alema anche il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, finisce nel ciclone degli "equo-iniqui canoni". Questa volta si tratterebbe di fondi europei per la formazione derubricati poi a canone d’affitto. Dal 1991 al 1993, il leader democratico avrebbe infatti vissuto nell'appartamento di via Mazzini 84 a Bologna grazie alla Cee. A denunciarlo è stato il deputato del Pdl Giancarlo Lehner: "Bersani si vide provvidenzialmente pagata la metà dell’affitto per l'appartamento con i denari della Cee transitati nella Cisl"
La denuncia di Lehner "Posto che la Casa è di nuovo un film horror, è lecita la domanda - ha denunciato Lehner - è di destra farsela pagare da amici, benefattori noti ed ignoti, o intestarla all’amante, che magari, poi, cambiando letto, se la pappa, mentre è di sinistra godere, come accadeva negli anni Novanta, di equo-iniqui canoni o addirittura dei fondi europei per la formazione derubricati a canone d’affitto?". Il deputato del Pdl si riferisce a D’Alema, Veltroni, Iotti e anche a Bersani che, "dal 1991 al 1993, si vide provvidenzialmente pagata la metà dell’affitto per un appartamento a Bologna con i denari della Cee transitati nella Cisl". A beneficio della fiducia nelle istituzioni, Lehner propone quindi "la pubblicazione con scadenza semestrale dell’anagrafe immobiliare dei politici, dei magistrati, dei generali, dei giudici costituzionali e così via". Tra destra e sinistra, per Lehner permane una differenza: "E' certamente di destra essere disossati dalla fuga di notizie centellinata e dilatata nel tempo; è di sinistra, invece, l’arcigno presidio al segreto istruttorio, così come la giustizia-veloce e la celerità delle archiviazioni".
Il Pd: "Azioni legali" Immediata la replica di Stefano Di Traglia, portavoce del segretario Pd Bersani, che parla di "tentativi maldestri in atto di aumentare la confusione sotto il cielo della politica". Di Traglia smentisce la denuncia di Lehner: "E' palesemente priva di fondamento, come lui stesso oltretutto ammette. Nella sua dichiarazione si dimentica però di precisare che la vicenda a cui accenna si chiuse con un nulla di fatto e senza rilievi per Bersani che all’epoca era presidente della regione Emilia Romagna".
Il portavoce di Bersani constata che "non muore l’abitudine di taluni, come avvenne allora, di alzare polveroni e di utilizzare la calunnia come arma politica. In ogni caso- annuncia il Pd - si è provveduto a trasmettere ai legali le dichiarazioni di Lehner per verificare tutte le iniziative necessarie per la tutela del buon nome di Bersani".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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